Unabomber e il mistero irrisolto in Friuli, stasera il documentario in tv

Il documentario su Unabomber stasera su Rai 2

Va in onda oggi, in prima serata su Rai 2 (alle 21.20), il nuovo documentario “Unabomber: un uomo con due volti”, incentrato sui due criminali che con i loro ordigni hanno seminato il panico in America e in Italia (soprattutto in Friuli e nel nord est) tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni 2000.

L’Unabomber americano si chiamava Theodore Kaczynski e mandava pacchi bomba in nome di una guerra personale contro la tecnologia. L’Unabomber italiano, che non è mai stato scoperto, non rivendicava gli attentati, agiva con motivazioni misteriose colpendo anziani, donne e persino bambini, forse spinto da un meccanismo di emulazione dell’omologo americano. Proprio da lui parte il documentario, grazie alle testimonianze del giornalista e scrittore Gianni Riotta, di David Wright, una delle vittime scampate e di David Kaczynski, il fratello di Theodore.

Kaczynski alla fine degli anni 70 esegue i primi attentati, che proseguono fino al 1995, con un bilancio di 3 vittime e 23 feriti. L’Fbi scatena la più grande caccia all’uomo della storia americana, che si conclude con l’arresto di Kaczynski nell’aprile del 1996.

Mentre i giornali di tutto il mondo parlano dell’Unabomber americano, nel 1994 in Italia, in Friuli, inizia a colpire l’attentatore del nord est. L’incubo inizia dalla sagra degli Osei il 21 agosto del 1994 a Sacile, in provincia di Pordenone, dove un “tubo bomba” lasciato nei pressi di una fontanella ferisce superficialmente una mamma e le due sue figlie. Fino al 2006, Unabomber ha fabbricato più di 30 ordigni esplosivi, sempre più sofisticati e pericolosi, seminando terrore nelle sagre di paese, sulle spiagge dell’adriatico (a Lignano), nei supermercati (Pordenone), nei cimiteri, nelle chiese (Azzano Decimo). Le indagini ad un certo punto si concentrano sull’ingegner Elvo Zornitta, ma non senza una serie di colpi di scena (come la manomissione di prove), alla fine il procedimento contro di lui viene archiviato e il pool anti-unabomber sciolto. L’inchiesta si conclude con un grande punto interrogativo. Unabomber è destinato a rimanere un volto senza nome.

Il documentario è una coproduzione Rai Documentari e Verve Media Company, scritto da Luciano Palmerino e Giuseppe Rinaldi e Valentina Magrin e diretto da Alessandro Galluzzi.