Il castello di Polcenigo in provincia di Pordenone e i suoi fantasmi

Il viaggiatore che raggiunge l’antico borgo di Polcenigo è attirato dalla presenza del grandioso castello che domina il colle, magnifica costruzione in stile neoclassico, con eleganti elementi del tardo barocco, ideata e realizzata nel 1776 dal veneziano Matteo Lucchesi.

Il maniero è però ridotto ad elegante e monumentale rudere di sola e malferma facciata esterna: è, infatti, crollata l’elegante sala dei ricevimenti, la chiesa gentilizia di San Pietro, la magnifica scala doppia esterna composta di 366 gradini che dal maniero scendeva fino al centro storico di Polcenigo.

La leggenda racconta.

Una leggenda racconta che, sul finire del ‘400, tempo di forti tumulti popolari in tutto il Friuli, in cui i contadini contrastarono apertamente nobili e feudatari, nei giorni dell’invasione, nella dimora di un potente feudatario che abitava nei dintorni di Polcenigo, un uomo trovò un prezioso tesoro costituito da gioielli e pietre preziose.

Quest’uomo, raccolto il prezioso malloppo, lo portò con sé, nascondendolo in una profonda buca scavata sulla sommità del colle, dove secoli più tardi fu costruito il castello. L’uomo, poco dopo aver nascosto il prezioso bottino di guerra, morì in uno scontro con l’esercito della Serenissima inviato a ripristinare d’ordine sul territorio.

Dove si troverà il bottino?

La leggenda del prezioso bottino sepolto sotto il castello alimentò numerose storie e dicerie. Una di queste racconta che il tesoro sarebbe stato ritrovato nel corso dei lavori per la costruzione del maniero da un operaio che improvvisamente diventò ricco, trasferitosi a Venezia, dove iniziò il commercio di legnami.

Le voci che giravano in paese raccontavano che chi si trovava nelle notti di luna piena nelle vicinanze del castello poteva sentire un forte tintinnio di monete, ma se qualcuno si metteva a scavare nei dintorni del castello o lungo le pendici del colle alla ricerca del tesoro, si alzava improvvisamente un forte e impetuoso vento e poi si udivano rumori cupi e s’intravedeva la figura minacciosa di un uomo che con chiari gesti allontanava chi era alla ricerca del presunto o vero tesoro.