Forse non tutti sanno che nel medioevo i nobili friulani parlavano il tedesco

La lingua tedesca in Friuli.

La nobiltà friulana, in quanto appartenente all’impero germanico durante il medioevo, era solita parlare e scrivere in tedesco. Un aspetto da tenere in considerazione, visto che era ampiamente diffuso il latino come lingua della fede e della cultura.

Generalmente, quando si scrive di nobiltà friulana, occorrerebbe distinguere tra quella castellana, cioè afferente ai feudi presenti in Parlamento e quella urbana o del patriziato civico, connessa alle città. La divisione è quella consueta, ovvero tra campagna e città, tra feudo e comune medievale. In generale, nonostante il disprezzo da parte dei signori dei castelli friulani, erano i nobili delle città ad avere le chiavi del potere, a gestire quel poco di ricchezza che transitava, nella forma di commerci, nel Friuli del tempo. La divisione però era ancora più profonda, scendendo ai diversi ruoli consolidati nei secoli: i castellani si consideravano nobili militari, eredi degli antichi cavalieri. Nella visione tardo medievale il nobile era tale quando riceveva un feudo a seguito del suo servizio militare presso o il patriarca o, più di frequente, l’imperatore.

Solo a seguito della Rivoluzione francese e del periodo napoleonico, con la nuova Restaurazione, si optò per fondere la nobiltà feudale con quella urbana. Il nobile, nella prima metà dell’ottocento, era tale in quanto serviva lo stato; era il migliore, il ‘nobile’ per l’appunto a svolgere questo ruolo per il quale aveva un canale privilegiato. Lo sviluppo dei titoli nobiliari, tutt’oggi molto presenti in Friuli, s’inserisce in questo periodo; si tratta allora dell’ennesima invenzione moderna, un portato delle profonde e traumatiche trasformazione tra fine ‘700 e inizio ‘800. Altro che antiche tradizioni!