Gli Skrat e le tradizioni del battesimo nell’antico Friuli

Gli Skrat erano dei bambini non battezzati che abitavano nascosti nelle grotte e nei boschi; avevano l’abitudine di far perdere la strada alle persone che camminavano di notte, talvolta, facevano dispetti ai contadini facendo uscire il bestiame dalle stalle. Avevano il potere di provocare grandi piogge d’estate e grandi nevicate d’inverno.

Il giorno del Battesimo.

Il giorno del battesimo, la donna, accompagnata dal marito e dai parenti, si presentava sulla soglia della chiesa coperta da capo a piedi di un lenzuolo, talvolta indossava i vestiti al rovescio e oggetti benedetti per sottolineare l’importanza del momento e del rito.

Per superare la soglia ed entrare in chiesa, la donna veniva accolta dal sacerdote che raggiungeva la mamma per portarla dentro, le porgeva l’acqua benedetta e una candela accesa, benedetta il giorno della festa della Candelora. La donna, con la candela tenuta nella mano sinistra e con la mano destra che teneva un lembo della stola del celebrante, era accompagnata all’altare per il rito purificatorio.

Dopo ciò, la donna non era più pecjadorie e la vita era normalizzata. Contemporaneamente, avveniva il rito del battesimo del neonato; se era periodo pasquale, doveva essere celebrato prima del Giovedì santo, perché per i tre giorni successivi non venivano effettuati battesimi.

Arrivo del neonato.

L’arrivo del neonato in chiesa doveva avvenire in modo riservato, raggiungeva l’altare senza mai voltarsi indietro, sia il neonato che gli accompagnatori, perché l’infante da grande avrebbe potuto diventare una persona curiosa o correre il rischio di non sposarsi. All’uscita dalla chiesa, il neonato doveva avere la testa rivolta verso l’uscio. I genitori del neonato portavano del pane e dei dolcetti che regalavano ai bambini incontrati lungo il tragitto dalla casa alla chiesa.

Altra tradizione nel giorno del battesimo era quella di donare un pane intero alla prima persona povera che il corteo con il neonato avesse incontrato. Era proibito fare il segno della Croce al neonato prima del sacerdote e del battesimo e a nessuno doveva essere rivelato il nome del bambino prima della celebrazione.

Se il battesimo avveniva nei giorni successivi la Pasqua, i genitori dovevano portare in dono al sacerdote un giovane gallo o un capretto o un agnello vistosamente infiocchettato.

Era presente il padrino che era tenuto all’assistenza morale della vita del bambino, doveva fare un dono al figlioccio, si assumeva la responsabilità della tutela del bambino qualora rimanesse orfano.