Circa 50mila domande di cassa integrazione in Fvg per il coronavirus. Spunta il problema dei fondi

La posizione della Cgil del Friuli.

La Cgil del Friuli scende in campo per discutere le misure dedicate ai lavoratori rimasti fermi a causa dell’emergenza coronavirus. Valutato positivamente l’accordo sulla cassa in deroga ma resta il timore per le coperture.

“Bene l’accordo, perché è importante dare una copertura alle decine di migliaia di lavoratori fermi a causa dell’emergenza. C’è però la preoccupazione per la copertura, a fronte di una mole stimata di circa 50mila domande”. Susanna Pellegrini, responsabile delle politiche del lavoro per la Cgil regionale, commenta così l’accordo regionale sulla cassa in deroga.

“Ma ci sono altri aspetti – aggiunge – che ci preoccupano, a partire dai tempi di pagamento: sulla cassa in deroga, infatti, non è previsto l’anticipo da parte dell’impresa. È auspicabile pertanto che accordi sull’anticipo dell’indennità come quello stipulato tra Regione e Bcc possano essere da apripista per accordi a livello di Abi, che ha espresso la sua disponibilità per intese con le Regioni e con l’Inps”.

Nonostante un’estensione che riguarda gran parte dei settori di norma non ammessi agli ammortizzatori, infine, la Cgil auspica che a livello nazionale vengano affrontate alcune delle criticità lasciate irrisolte dal decreto governativo, come le coperture per i dipendenti del settore artigiano, delle agenzie interinali e degli appalti, e per i lavoratori tagliati fuori perché la loro assunzione risulta successiva al 23 febbraio.