L’altra faccia del Friuli: aumenta il lavoro, ma lo stipendio non basta

La denuncia del segretario regionale Uil Matteo Zorn: “Aumenta il lavoro, ma lo stipendio non basta”.

In Friuli aumento il lavoro, ma troppo spesso lo stipendio non è sufficiente. “Oltre al rallentamento del 2022, i dati confermano anche la fragilità del nostro Paese, la fragilità del lavoro, soprattutto per quanto riguarda quello femminile e dei giovani. Un Paese ancora schiacciato dal dramma della precarietà, se si considera che ci sono quasi 7 milioni di lavoratori senza contratto. Dall’altra parte il rinnovo di molti contratti è fermo”. Lo evidenzia il segretario regionale Uil del Friuli Venezia Giulia, Matteo Zorn, a commento i dati Istat che vedono oltre 330mila nuovi posti di lavoro rispetto al 2021.

Numeri che però vanno a scapito della qualità e delle condizioni del lavoro che continuano a erodersi.   “L’inflazione, si dice adesso, sta calando. Ma per tutto l’ultimo anno c’è stata, elevata – evidenzia Zorn-, ed ha eroso fortemente i salari. La prima e più importante risposta all’inflazione è sempre il rinnovo dei contratti. Quindi chiediamo responsabilità alle associazioni datoriali per il rinnovo dei contratti, e responsabilità al governo per sostenere la contrattazione e incentivare il recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni. Recupero – ribadisce il segretario UIL – perché il mantenimento non è sufficiente”.