Ecobonus 110% e grandi cantieri, la speranza del Friuli di fronte al rischio di una nuova crisi da coronavirus

Rilanciare l’edilizia in Fvg.

Messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici, rilancio dell’edilizia agevolata e delle politiche per la casa, investimenti sulle infrastrutture strategiche e sulla green economy, procedure di affidamento più agili per le opere pubbliche degli enti locali al di sotto di determinate soglie d’importo. Queste, per la Fillea Cgil, le misure per sostenere la ripresa del settore edile, un comparto che mostra confortanti segni di vitalità dopo il lockdown, confermando il processo di lenta ripresa in atto a partire dal 2016. A lanciare l’appello è Massimo Marega, eletto nuovo segretario regionale della categoria, che in Friuli Venezia Giulia conta oltre 7mila iscritti nelle costruzioni e nel comparto del legno-arredo.

“L’ecobonus del 110% – spiega Marega – è una scelta che va nella giusta direzione, ma che deve essere accompagnata da nuove misure capaci di far ripartire a pieno regime la filiera e con lei tutto il manifatturiero. Questa la strada maestra per l’impego delle risorse messe a disposizione dall’Europa, da impiegare su pochi obiettivi strategici ben definiti, ma anche per le politiche industriali di questa regione, che può fare molto per contribuire al rilancio di una filiera importante come quella della casa”.

L’elezione del nuovo segretario regionale è stato l’occasione per un’analisi sullo stato di salute del settore, che sta dando confortanti segnali di vitalità dopo i mesi più duri dell’emergenza sanitaria. Se l’effetto Covid ha frenato la ripresa, dopo il lockdown i numeri si sono velocemente riassestati sui valori di fine 2019, confermando il lento processo di recupero in atto dal 2016, quando gli effetti della grande crisi erano arrivati al loro culmine, con un sostanziale dimezzamento in termini di imprese attive e di occupati. “Rispetto al 2016 – conferma Marega – il numero ufficiale di occupati è risalito di circa 1.500 addetti, impiegati esclusi, anche se il numero è sottostimato, a causa dei fenomeni di dumping ed elusione contrattuale che penalizzano in termini di reddito e di tutele chi lavora nella filiera delle costruzioni”.

Proprio per combattere il dumping contrattuale e le pratiche di elusione fiscale e contributiva in atto nel settore, la Fillea, assieme agli altri sindacati di categoria, ha fortemente sostenuto l’adozione del nuovo strumento, il Durc per congruità, introdotto dal decreto Semplificazioni e confermato in sede di conversione in legge.

“La norma – spiega Marega – entrerà in vigore a metà novembre, 60 giorni dopo la pubblicazione del testo definitivo del decreto. Questo nuovo tipo di Durc, rilasciato dalle Casse edili, dovrà certificare che le opere edili sono realizzate con lavoratori regolarmente denunciati e in numero congruo all’entità degli interventi: un deterrente contro l’illegalità già efficacemente in vigore in altre regioni e nell’ambito di importanti opere pubbliche, come quelle di ricostruzione dopo il sisma dell’Italia centrale”.