“Un’agricoltura pragmatica e innovativa”: il bilancio di Confagricoltura FVG

Il bilancio di Umberto Daneluzzi, direttore di Confagricoltura FVG.

Un’agricoltura in transizione, quella del Friuli Venezia Giulia, che vede circa 10.000 imprese impegnate a investire e a diversificare le proprie attività. A confermarlo è Umberto Daneluzzi, direttore di Confagricoltura FVG, in un’analisi approfondita dell’anno che si avvia alla conclusione.

“Il 2025 si chiude con la manifestazione di Bruxelles del 18 dicembre, alla quale abbiamo partecipato come Friuli Venezia Giulia per dire no alla nuova proposta di Politica Agricola Comune dell’Unione Europea (PAC), una riforma contrastata in tutta Europa che, già nella sua impostazione, risulta difficile da comprendere”, spiega Daneluzzi. “Il bilancio dell’Unione Europea è in aumento mentre, quanto destinato alla PAC, è in diminuzione di oltre il 20%. Inoltre, misure come il capping, ovvero il tetto massimo ai pagamenti diretti che un’azienda agricola può ricevere nell’ambito della PAC, rischiano, se accolte, di ridurre ancor più le risorse alle imprese agricole maggiormente strutturate, e paradossalmente chi lavora bene viene ulteriormente penalizzato. Come Confagricoltura FVG continuiamo a ribadire la nostra contrarietà a tutti i livelli politici regionali, nazionali ed europei”.

Lo sguardo si rivolge al 2026 con fiducia e ottimismo: “Le aziende dimostrano di essere rapide e pragmatiche nel confrontarsi con i mercati. Abbiamo un ottimo gruppo di giovani in crescita, guidati da Alberto Vendrame, con una visione diversa e innovativa, con i quali stiamo sviluppando nuovi strumenti come il piano dei conti per giungere ad una vera e propria sostenibilità economica dell’impresa agricola. A questo si affianca Confagricoltura Donna, guidata da Paola Giovannini Pasti, figura chiave dell’organizzazione e presidente regionale, che rappresenta imprenditrici preparate e presenti anche a livelli decisionali alti”, prosegue il direttore.

Quanto allo stato dei diversi comparti, Daneluzzi osserva: “Il settore seminativo soffre l’aumento dei costi. Vino, latte e carne, invece, tengono bene sul fronte dei prezzi. Si registra una flessione costante nei consumi di vino, ma in Friuli Venezia Giulia, rispetto ad altre regioni, ci stiamo difendendo grazie soprattutto ai grandi vini bianchi. Molte cantine stanno guardando all’estero, anche se aprire nuovi mercati non è semplice. I dazi americani rappresentano un’incognita: gli effetti si potranno valutare tra febbraio e marzo”.

Sul tavolo anche il tema culturale e della consapevolezza: “Esiste un problema di scarsa conoscenza del ruolo dell’imprenditore agricolo. Già nel 2025 abbiamo avviato un’azione di sensibilizzazione nelle scuole, dalla primaria all’università, per far comprendere cosa c’è dietro a un prodotto, alla sua lavorazione e alla salvaguardia e custodia dell’ambiente da parte degli imprenditori agricoli. La grande maggioranza dei produttori opera in modo corretto e rispettando il territorio, in Friuli Venezia Giulia come nel resto d’Italia, mentre spesso i prodotti importati non rispettano gli stessi standard di qualità e di produzione, per questo è importante continuare a sostenere la richiesta di reciprocità”.

Infine, la questione della manodopera: “In Friuli Venezia Giulia, come altrove, il reperimento di personale è una criticità. Nel 2026 presenteremo un nuovo portale per la ricerca di manodopera, con l’obiettivo di dare un segnale concreto alle imprese. Vogliamo anche far comprendere che lavorare come dipendenti in agricoltura può rappresentare un’opzione valida, in termini di qualità della vita e del lavoro”, conclude.