Crescono i beni confiscati alla mafia in Fvg.
Sono settanta i beni confiscati alla criminalità e già destinati a finalità istituzionali o sociali in Friuli Venezia Giulia. Di questi, 17 restano nel patrimonio dello Stato o di enti statali, 51 sono stati assegnati ai Comuni e 2 venduti. Al momento, nessun immobile è affidato ad associazioni o enti del terzo settore, a differenza di altre regioni italiane. Rimangono ancora sotto gestione dell’Agenzia nazionale 32 beni immobili e 5 aziende.
Questi dati sono stati presentati nel corso di un seminario formativo organizzato a Udine da Libera in collaborazione con Confcooperative Federsolidarietà, Agci Solidarietà e Legacoop Sociali, con il patrocinio dell’Osservatorio regionale antimafia (ORA) del Friuli Venezia Giulia, guidato da Barbara Clama.
Il quadro regionale
Barbara Clama, presidente dell’Osservatorio regionale antimafia, ha tracciato un quadro realistico: “Non si può ancora parlare di radicamento, ma le mafie in Fvg sono arrivate, come evidenziato nella relazione 2025 della Direzione investigativa antimafia. Gruppi delinquenziali, anche stranieri, operano in svariati settori, tra cui quello delle costruzioni”. Clama ha sottolineato l’importanza del riuso dei beni confiscati: “Restituire un bene alla comunità non è solo un atto di giustizia, ma una dimostrazione concreta che certe ferite si possono trasformare in opportunità”.
Nel 2022, ricordano i dati, erano in gestione all’Agenzia nazionale 50 beni immobili e 5 aziende; gli immobili destinati erano 40, di cui 32 assegnati ai Comuni, 14 con finalità sociali e 18 istituzionali. Oggi, il numero degli immobili destinati è salito a 70, con 51 trasferiti ai Comuni e 17 mantenuti al patrimonio dello Stato. Dei beni comunali, 25 sono destinati a finalità sociali e 18 a finalità istituzionali.
La gestione dei beni confiscati
Clama ha spiegato: “La procedura di assegnazione dei beni confiscati può scoraggiare piccoli Comuni e realtà del Terzo settore. Per questo stiamo lavorando a strumenti di supporto e manuali pratici, come la nuova Piattaforma unica delle destinazioni, che semplifica le procedure e permette di programmare con maggiore responsabilità la gestione futura degli spazi”. Tra i casi concreti, il Comune di Lignano Sabbiadoro ha già destinato tre beni confiscati alle attività dell’Università della Terza Età (Ute).
Il quadro nazionale
Tatiana Giannone, referente nazionale di Libera per i beni confiscati, ha illustrato due nuovi strumenti: la possibilità di gestire i beni durante la fase di sequestro, per evitare il degrado, e la piattaforma online che evidenzia i beni destinabili, come una “vetrina” per enti del terzo settore interessati a progetti concreti. Sofia Nardacchione, della presidenza nazionale di Libera, ha ampliato la discussione al contrasto di corruzione, gioco d’azzardo, ecoreati e libertà di informazione, sottolineando la centralità della legalità nella società.
Un impegno per il futuro
Il seminario si è concluso con l’annuncio del prossimo appuntamento dell’Osservatorio regionale antimafia: il 9 dicembre, all’auditorium di via Sabbadini a Udine, si terrà il progetto “Davide contro Golia”, rivolto agli studenti delle quinte superiori, nell’ambito della campagna di educazione e prevenzione all’infiltrazione della criminalità organizzata.
“Il riuso sociale dei beni confiscati – osservano AGCI Solidarietà FVG, Confcooperative Federsolidarietà e Legacoop Sociali – è ormai una prassi consolidata. Le cooperative sociali, per la loro vocazione inclusiva e orientata al bene comune, sono i soggetti ideali per renderla sempre più efficace”.