Emergenza caldo e lavoro, verso l’ordinanza anche in Friuli Venezia Giulia

Il confronto tra sindacati e Regione: ecco cosa prevede l’ordinanza Caldo.

Pensare a misure strutturali contro il caldo volte a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori per tutta la durata della stagione estiva. È una delle richieste avanzate oggi dalle segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil del Friuli Venezia Giulia nel corso dell’incontro con gli assessori alla Salute Riccardo Riccardi, al Lavoro Alessia Rosolen e alle Attività produttive Sergio Emidio Bini, convocato per un confronto sui contenuti dell’Ordinanza Caldo di prossima approvazione da parte della Giunta.

Aggiornamento: Scatta l’ordinanza caldo in Friuli Venezia Giulia: ecco che cosa prevede

I settori interessati.

“Dopo la richiesta d’incontro da noi avanzata nei giorni scorsi – fanno sapere Michele Piga (Cgil), Cristiano Pizzo (Cisl) ed Ezio Tesan (Uil) – oggi ci sono stati illustrati i contenuti dell’ordinanza, che riguarderà il settore agricolo, i florovivaisti, il settore edile, cave e anche i luoghi chiusi, tenendo conto delle caratteristiche di ciascun comparto. Abbiamo condiviso le misure previste, sottolineando nel contempo la necessità di ulteriori interventi specifici, tra i quali la possibilità esplicita di deroghe rispetto alle scadenze previste da appalti e forniture, per evitare che il rispetto dei termini di consegna diventi una causa di conflitto tra le esigenze della produzione e quelle, prioritarie, della salute e della sicurezza dei lavoratori”.

“Definire in anticipo un pacchetto di misure contro il caldo”.

Altro tema posto dai sindacati (presenti all’incontro anche Elisabetta Faidutti della Fillea e Dina Sovran della Flai, in rappresentanza dei lavoratori delle costruzioni e dell’agricoltura) l’esigenza di uscire da una logica d’intervento legata esclusivamente all’urgenza: “Il cambiamento climatico – spiegano Piga, Pizzo e Tesan – è un dato di fatto con cui dobbiamo fare i conti e che sempre più segnerà la stagione estiva, caratterizzata da temperature che crescono ogni anno e da un continuo superamento dei valori storici. Da qui la necessità di definire in anticipo un pacchetto di misure da far scattare automaticamente ogniqualvolta le temperature avvicinino soglie critiche come quelle di questi giorni: è un aspetto che non può essere lasciato esclusivamente all’iniziativa delle aziende o al confronto sindacale, ma che richiede un adeguato quadro normativo di sostegno sia a livello nazionale, sulla scia del Decreto Caldo del 2023, sia da parte delle Regioni”.