In Fvg quasi 9.000 casi di tumore all’anno: gli uomini si ammalano di più

Presentati i dati del Registro Tumori del Fvg.

In Friuli Venezia Giulia ci sono mediamente quasi 9.000 diagnosi di tumore all’anno. E sono di più i maschi, rispetto alle donne, ad ammalarsi. Il dato è stato sviscerato oggi durante la presentazione dell’aggiornamento sul Registro dei tumori del Fvg. Le cifre sono state illustrate dal vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, accompagnato dal direttore centrale Salute, politiche sociali e disabilità Gianna Zamaro, dal direttore generale dell’Azienda regionale di coordinamento per la salute Giuseppe Tonutti e dal direttore della Soc di Epidemiologia oncologica del Cro di Aviano e responsabile del Registro, Diego Serraino.

Secondo quanto emerso, relativamente ai dati su 2017 e 2018, la situazione epidemiologica della patologia oncologica in regione è complessivamente sovrapponibile a quella registrata nelle altre aree del Nord Italia coperte dalla registrazione dei tumori.

Nel dettaglio, tra il 1° gennaio 2014 e il 31 dicembre 2017, ogni anno tra i residenti in Friuli Venezia Giulia sono stati diagnosticati in media 4.502 tumori negli uomini (676 ogni 100.000 abitanti di sesso maschile) e 4.100 nelle donne (510 ogni 100.000 abitanti di sesso femminile), una frequenza paragonabile a quella registrata nelle altre aree del Nord Italia.

Il tumore della mammella rimane di gran lunga quello più frequente nelle donne del Friuli Venezia Giulia, con circa 1.300 nuovi casi annui, pari al 31,7% di tutti i tumori femminili con un tasso di incidenza di 168,3 casi all’anno ogni 100.000 donne, di poco superiore a quanto registrato nelle altre aree del Nord Italia (161,8 casi/anno/100.000). Con quasi 1.000 nuovi casi annui, il tumore della prostata rimane la neoplasia più frequente negli uomini del Fvg, pari al 21% di tutti i tumori maschili, con un tasso di incidenza di 140,2 casi all’anno ogni 100.000 uomini, simile alla media nazionale e inferiore all’incidenza dello stesso periodo nelle altre regioni del Nord Italia (156 casi/anno/100.000 nel Nord Ovest).

I confronti intraregionali hanno evidenziato un’incidenza particolarmente elevata negli uomini residenti in provincia di Gorizia (719,0 casi/100.000 per anno) e nelle donne residenti nella provincia di Trieste (547,0 casi/100.000 per anno). Tra il 2010 il 2017 l’incidenza di tutti i tumori è diminuita in modo statisticamente significativo, in media ogni anno in Friuli Venezia Giulia, del 2,8% tra gli uomini e del 1,1% nelle donne. Altri sedi neoplastiche a frequenza elevata nelle donne e negli uomini includono i tumori del colon retto, del polmone, del fegato e dello stomaco in aggiunta ai tumori dell’apparato emolinfopoietico (linfomi e leucemie).

Buone notizie arrivano dalle analisi statistiche della sopravvivenza per tutte le sedi di tumore (escluso i tumori della cute non melanoma) diagnosticate dal 1995 al 2013 con accertamento dello stato in vita al 2018 e riferite ai cittadini residenti in regione: dopo 5 anni dalla diagnosi era vivo il 60% degli uomini (contro una media nazionale del 54%) e il 63% delle donne (pari alla media italiana), una probabilità che saliva all’80% tra gli uomini e all’81% tra le donne che avevano superato il primo anno di malattia. Tuttavia anche in Friuli Venezia Giulia la sopravvivenza dopo diagnosi di tumore mostra notevoli differenze in base alla sede neoplastica: sia negli uomini che nelle donne, la sopravvivenza dopo 5 anni dalla diagnosi variava dal 95-97% (donne e uomini, rispettivamente) per i tumori della tiroide o della prostata al 5-8% per i tumori del pancreas.

“Al 2018, la persone in vita dopo una diagnosi di tumore in Friuli Venezia Giulia – ha detto il responsabile del registro, Diego Serraino – sono 79.776 e ben il 41,6% è vivo dopo 10 anni dalla diagnosi e viene considerato guarito”.

L’assessore Riccardi, dal canto suo, ha ribadito l’importanza dell’attività di prevenzione e la necessità di rafforzare i servizi dedicati. “Sulla prima è necessario informare ancora di più e meglio per raggiungere la più ampia platea di cittadini attraverso ogni strumento utile per far capire l’importanza della diagnosi precoce – ha indicato il vicegovernatore invitando la popolazione a sottoporsi agli screening ora che sono stati riattivati -. Comprendo i timori in questo periodo emergenziale che non è concluso ma le persone devono recarsi in visita con fiducia”.