Proteste contro il green pass, giornata di tensione a Trieste. E la politica si divide

La situazione a Trieste per la protesta contro il green pass.

La tensione, questa mattina, è arrivata alle stelle davanti al Varco 4 del porto di Trieste. Con l’inizio dello sgombero del presidio contro il green pass, la polizia ha usato gli idranti sui manifestanti e si sono registrate alcune cariche. Il gruppo, che da giorni affolla l’ingresso del porto, ha dovuto retrocedere, ma si è bloccato sulla strada.

La polizia è rimasta compatta davanti al cancello del porto. Non si sa come la situazione potrebbe evolversi nelle prossime ore. Dai manifestanti si sono levati cori di protesta contro il premier Mario Draghi e poi rivolgendosi alla polizia hanno ripetuto: “Toglietevi gli scudi”.

Gli scontri con la polizia.

Dopo due ore, verso le 11, le forze dell’ordine hanno deciso di disperdere il blocco usando i lacrimogeni per poi avanzare con le camionette. Il gruppo ha dovuto a quel punto retrocedere ulteriormente, continuando a urlare: “Siamo come voi”. Durante gli scontri tre poliziotti sono rimasti feriti, mentre in cinque sono stati fermati e le loro posizioni sono attualmente al vaglio della questura.

La protesta in piazza Unità.

Sono seguiti, quindi, nuovi momenti di tensione ed è stato fatto uso a più riprese degli idranti. Dal porto il corteo si è diretto verso piazza Unità al grido “Liberà” dove è arrivato intorno alle 12 sempre scortato dalle forze delle ordine. Qui i manifestanti hanno letteralmente riempito la piazza, sedendosi per terra e continuando la protesta. Secondo i numeri divulgati dalla questura sono stati almeno 3mila. Intorno alle 16,30 poi una delegazione di tre dimostranti, tra cui il portavoce dei portuale Stefano Puzzer, è stata ricevuta dal prefetto Valerio Valenti al quale hanno chiesto un incontro con i governo e hanno denunciato l’azione delle forze dell’ordine. Ma in serata, intorno alle 17,30, alcuni manifestanti sono tornati nella zona del porto e hanno cercato di bloccare nuovamente i camion. Ne sono nati ulteriori scontri.

Le denunce ai manifestanti.

Intanto, la polizia ha comunicato di aver deferito in stato di libertà per interruzione di pubblico servizio, invito a disobbedire alle leggi statali e violazione di quanto previsto dall’articolo 18 del TULPS relativo agli obblighi per i promotori di riunioni in luogo pubblico quattro persone. Una quinta è stata denunciata per resistenza a pubblico ufficiale.

Questo il bilancio di quanto avvenuto in mattinata durante lo sgombero da parte delle forze dell’ordine dell’area antistante il varco 4 del Molo Settimo del Porto Nuovo di Trieste, presieduto dallo scorso venerdì dai lavoratori portuali dello specifico Comitato e dai sostenitori del no green pass. Al vaglio la posizione di altre persone analizzando i video e le riprese delle telecamere di videosorveglianza.

Le reazioni della politica.

Una condanna indiretta alle proteste di Trieste è arrivata questa mattina dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Pisa. “Sorprende e addolora che proprio adesso, non quando si temeva il crollo del paese, adesso che vediamo una ripresa incoraggiante proprio ora esplodono fenomeni e iniziative con atti di violenza e di aggressiva contestazione. Quasi a volere ostacolare la ripresa del Paese e che invece deve esser condotta a buon fine con fatica e con impegno”, ha detto il presidente.

Parole di condanna sono arrivate anche dalla presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani. “I disordini devono fermarsi e le manifestazioni rientrare nelle regole – ha affermato -. Trieste non può diventare terreno di occupazioni illecite o di scontri fomentati da gruppi di no green pass, che ci rimandano a situazioni estranee alla città”.

Diversa la posizione, invece, la posizione del consigliere regionale Furio Honsell di Open Sinistra FVG. “Le notizie che giungono dalla zona del porto sono agghiaccianti e provocano una profonda sofferenza in chi crede nella libertà per ciascuno di manifestare il proprio pensiero pacificamente e in pubblico. Non abbiamo notizia di rischi per la sicurezza collettiva tali da giustificare una reazione così violenta, con idranti e lacrimogeni, delle forze dell’ordine e quando in democrazia avvengono simili fatti è una sconfitta per tutti, a prescindere dalle opinioni di ciascuno”, ha commentato.