La qualità dell’aria in Friuli: ecco qual è la zona più inquinata

La qualità dell’aria in Friuli secondo il monitoraggio dell’Arpa.

L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA FVG) ha pubblicato la relazione annuale sulla qualità dell’aria relativa al 2024: il quadro generale in Friuli Venezia Giulia risulta in linea con gli anni precedenti, con situazioni stabili nella maggior parte delle aree monitorate. Tuttavia, permangono alcune criticità localizzate, in particolare nella zona occidentale della regione, dove la ventilazione limitata favorisce la stagnazione degli inquinanti, specialmente nel pordenonese.

PM10: Brugnera maglia nera regionale

Per quanto riguarda il particolato PM10, nel 2024 solo la stazione di Brugnera ha superato il limite giornaliero consentito di 35 superamenti annui, registrandone 50, confermando un andamento problematico già emerso negli anni precedenti. Le concentrazioni medie annuali di PM10 restano contenute nel resto del territorio, ma se si considerano i futuri limiti fissati dalla nuova Direttiva Europea 2024/2881 (in vigore dal 2030), numerose stazioni — tra cui Pordenone, Sacile, Morsano, Porcia e alcune a Udine — risulterebbero già fuori soglia.

PM2.5: limiti attuali rispettati, ma nel 2030 serviranno azioni decise

Il PM2.5, più fine e pericoloso per la salute, ha mantenuto valori sotto gli attuali limiti di legge (25 µg/m³). Tuttavia, tutte le stazioni superano la soglia di 10 µg/m³ prevista dalla normativa europea per il 2030, indicando la necessità di misure strutturali nei prossimi anni. Soltanto Tolmezzo rispetta il limite dei superamenti giornalieri futuri.

NO2: livelli contenuti ma rischio superamento dei futuri standard

Il biossido di azoto (NO2) non ha fatto registrare superamenti dei limiti attuali. Tuttavia, la stazione di Pordenone ha già oltrepassato la soglia giornaliera di 50 µg/m³ prevista dalla nuova normativa, che entrerà in vigore nel 2030. Il traffico veicolare resta la principale fonte emissiva.

Ozono: un inquinante estivo ancora diffuso

L’ozono (O3) si conferma come uno degli inquinanti più ubiqui sul territorio. Anche nel 2024 sono state registrate numerose giornate di superamento del valore obiettivo (120 µg/m³), nonostante un calo rispetto al 2023. La stazione di Brugnera è risultata l’unica con superamenti della soglia di informazione, confermando la vulnerabilità della zona.

Benzene e benzo[a]pirene: Brugnera ancora nel mirino

Le concentrazioni di benzene e benzo[a]pirene restano generalmente sotto i limiti, ma con un’anomalia ricorrente: Brugnera, pur essendo una stazione di fondo suburbano, mostra valori comparabili a quelli delle aree ad alto traffico, sia per il benzene sia per il BaP, entrambi classificati come cancerogeni.

Un futuro normativo più stringente

Il 2024 segna anche un punto di svolta regolamentare: la nuova Direttiva Europea 2024/2881 fissa limiti più severi da raggiungere entro il 2030 (e, in alcuni casi, entro il 2050). I dati di ARPA FVG mostrano chiaramente che la regione dovrà aumentare gli sforzi per adeguarsi ai futuri standard, in particolare per le polveri sottili e l’ozono.

Le parole di Scoccimarro.

Durante un incontro pubblico tenutosi al Teatro Arrigoni di San Vito al Tagliamento, l’assessore regionale Fabio Scoccimarro ha ribadito l’importanza di un dibattito basato su dati reali e non su “premesse politico-ideologiche”.

L’assessore ha condannato “i tentativi strumentali di delegittimare la professionalità di tecnici altamente qualificati, come quelli di ARPA FVG”, ricordando che la direttrice dell’Agenzia è stata di recente nominata referente nazionale nel Sistema delle Agenzie ambientali.

“Regione virtuosa, ma non abbassiamo la guardia”

Scoccimarro ha sottolineato che il Friuli Venezia Giulia è una regione in cui “la qualità dell’aria è generalmente ottima” e che le poche criticità sono legate più a fattori orografici e geografici che a fonti antropiche. L’obiettivo, quindi, è evitare allarmismi ingiustificati ma non abbassare la guardia “Non possiamo fermarci. Con il nuovo Piano Regionale della Qualità dell’Aria (PRQA), aggiornato dopo oltre dieci anni, abbiamo introdotto misure concrete e una nuova metodologia di analisi delle sorgenti emissive, specialmente nei contesti industriali”.

Infine, ha lanciato un appello contro il “nimby” (Not In My Back Yard): “La tutela ambientale non può trasformarsi in un rifiuto ideologico allo sviluppo. Serve equilibrio tra crescita economica e sostenibilità, puntando su tecnologie avanzate”.