Scarsa innovazione ed equità, poca attenzione al sociale e troppe spese: “rimandata” la sanità del Fvg

Il rapporto Crea ha valutato la sanità del Fvg.

In un’Italia divisa in due per quanto riguarda le cure, il Fvg non rientra tra le sanità regionali migliori. Anzi. La valutazione complessiva è “rimandata”.

Ad analizzare le performance e a dare la pagella alle politiche sociali e sanitarie di ogni singola regione del Paese è stata questa volta Crea-Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità con il monitoraggio fatto da un panel di 105 esperti composto da rappresentanti di istituzioni, delle professioni sanitarie, degli utenti, del management aziendale e dell’industria medicale.

A superare un punteggio del 50% sono solo in tre: il Veneto e le Province di Trento e Bolzano. Seguono, tra il 47 e il 49%, Toscana, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia e Marche. Solo dopo arriva il Friuli Venezia Giulia che, assieme a Liguria, Lazio, Umbria, Molise, Valle d’Aosta e Abruzzo raggiunge livelli di Performance compresi nel range 37-43%: il risultato è appunto che la nostra regione si trova un “rimandato” in pagella. Quelle del Sud (Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria) sono invece bocciate, con risultati inferiori al 32%.

L’analisi è stata fatta sulla base di sei dimensioni: appropriatezza, equità e sociale (che contribuiscono ad oltre il 60% del punteggio), cui si aggiungono esiti, dimensione economico-finanziaria e innovazione. Ogni dimensione è poi suddivisa in tre indicatori ulteriori.

Entrando nello specifico della nostra regione, il Fvg ottiene risultati superiori alla media per quanto riguarda tutti e tre gli indicatori dell’appropriatezza, ossia tasso di ospedalizzazione evitabile per patologie croniche, tasso di anziani trattati in assistenza domiciliare integrata e tasso di screening cervicale, mammografico e colorettale.

Semaforo completamente verde anche per la voce esiti, in cui rientrano la speranza di vita senza limitazioni funzionali per gli over 65, l’indice di salute mentale e il tasso di popolazione con corretti stili di vita (anche qui, tutti risultati superiori alla media italiana).

La dimensione economica finanziaria segna invece i voti peggiori, tutti inferiori alla media sia per l’indicatore della spesa sanitaria pubblica pro capite standardizzata, sia per l’incidenza della spesa per consumi sanitari privati delle famiglie sui consumi totali, sia infine per quanto riguarda lo sforamento pro-capite tetto di spesa farmaceutica.

Per quanto attiene le altre tre dimensioni, la sanità del Fvg risulta complessivamente sotto la media, con due su tre indicatori “in rosso”. In particolare, l’equità vede un buon risultato in relazione alla quota di famiglie che rinuncia a sostenere spese per consumi sanitari per motivi economici mentre risultano inferiori alla media nazionale le valutazioni per la quota di persone che rinuncia a prestazioni sanitarie (motivi economici, distanza, liste d’attesa, orari scomodi, etc.) e quelle per il tasso di difficoltà di accesso ad alcuni servizi (farmacie, pronto soccorso, ufficio postale, etc).

Sul fronte innovazione, bene la quota di interventi con tecniche mininvasive, ma non l’indice di implementazione della rete oncologica né il tasso di attuazione dei fascicoli sanitari elettronici. Infine, per la dimensione sociale, buoni voti per il tasso di over 67 non autosufficienti in trattamento socio sanitario mentre la valutazione è sotto la media per la quota di persone deboli o a rischio (affetti da dipendenze, anziani e poveri) che ricevono interventi per l’integrazione sociale e quella di persone disabili e/o anziani, che ricevono assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari.

Diversi indicatori, inoltre, risultano in peggioramento rispetto al 2019: segnano un miglioramento solo gli interventi mininvasivi, l’incidenza della spesa per consumi sanitari privati e della spesa farmaceutica, la speranza di vita e il tasso di popolazione con stili di vita corretti.