Dalle scoperte ai sequestri: il bilancio dei carabinieri che tutelano il patrimonio culturale

Il 2024 ha segnato un periodo di intensa attività per il Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Udine, impegnato nella salvaguardia dell’immenso e prezioso patrimonio artistico e culturale italiano. Con competenza estesa su tutto il Friuli Venezia Giulia e, in alcuni casi, anche oltre i confini regionali, il Nucleo ha operato con incisività sia sul piano preventivo che repressivo, con particolare attenzione al fenomeno sempre più diffuso della vendita online di opere d’arte e reperti di dubbia provenienza.

Un anno di controlli e prevenzione

Nel corso del 2024, i militari del TPC hanno effettuato un capillare lavoro di controllo e monitoraggio del territorio: 14 sopralluoghi nei musei, biblioteche e archivi per verificare le condizioni di sicurezza; 60 ispezioni in aree archeologiche, sia terrestri che marine, con un focus particolare sui siti UNESCO; e 156 verifiche in zone soggette a vincoli paesaggistici e monumentali. Altri 175 controlli hanno interessato esercizi commerciali specializzati e mercati antiquariali.

Determinante è stata la collaborazione con le Stazioni dell’Arma territoriale, la Motovedetta della Stazione di Grado e il Nucleo Subacquei di Genova. Queste sinergie hanno permesso una sorveglianza efficace anche delle aree marine, culminata in una scoperta archeologica di rilievo: al largo dell’Isola della Cona, nella Riserva della Foce dell’Isonzo, sono stati individuati i resti di quattro chiatte in ferro risalenti alla Prima Guerra Mondiale, perfettamente allineate e testimonianza diretta del sistema logistico militare italiano lungo l’Isonzo.

Operazioni investigative e sequestri

Il 2024 ha visto anche una forte attività repressiva, con 71 persone denunciate in stato di libertà nell’ambito di indagini coordinate dalle Procure di Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone. Sono stati sequestrati 2.724 reperti, di cui 2.098 beni antiquariali e librari, 619 archeologici e 7 paleontologici, per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro.

Particolarmente significativa è stata un’operazione investigativa partita nel 2020 e conclusasi nel 2024 sotto la direzione della Procura di Brescia, che ha portato al sequestro di circa 600 opere, tra dipinti e oggetti sacri, per un valore di 1,6 milioni di euro. L’indagine è scaturita dalla vendita online di un dipinto rubato e ha svelato un patrimonio illecito accumulato da una famiglia con redditi non giustificabili.

La lotta alla criminalità culturale si evolve

La recente Legge n. 22 del 2022 ha introdotto nuove fattispecie di reato specifiche per il patrimonio culturale, rafforzando l’arsenale giuridico a disposizione delle forze dell’ordine. Tra i reati più perseguiti figurano la ricettazione, il riciclaggio, la contraffazione e l’impossessamento illecito di beni culturali. La Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dai Carabinieri TPC, rimane uno strumento cruciale nella lotta al traffico illecito, consentendo il tracciamento e la restituzione di beni scomparsi anche decenni fa.

Formazione internazionale e “Caschi Blu della Cultura”

Il Nucleo TPC di Udine ha partecipato anche a iniziative internazionali, come i corsi di formazione per le forze di polizia dell’Europa dell’Est e dell’area medio-orientale. In ottobre, ha preso parte all’esercitazione “Enduring Stability” presso il CoESPU di Vicenza, simulando interventi di protezione dei beni culturali in scenari di guerra o calamità naturali, in collaborazione con i “Caschi Blu della Cultura” istituiti dall’UNESCO.

Restituzioni: la cultura torna a casa

L’attività del TPC ha permesso anche importanti restituzioni: dalla statua della “Madonna in trono con bambino” del XIV secolo alla chiesa di Cividale del Friuli, al dipinto del XVII secolo recuperato a Piacenza, fino a numerosi manufatti restituiti alle ambasciate di Cina e Messico. Ogni restituzione rappresenta un ritorno all’identità culturale e storica dei luoghi da cui quei beni erano stati sottratti.