Suicidio assistito, in Friuli un malato grave in attesa di una risposta

Una persona chiede di verificare le condizioni per il suicidio assistito.

“Anche in Friuli Venezia Giulia siamo in contatto con una persona malata che dall’anno scorso chiede al sistema sanitario di verificare le condizioni per accedere all’aiuto medico alla morte, nel rispetto di quanto stabilito dalla corte costituzionale sulla mia azione di disobbedienza civile insieme a dj Fabo. Ad oggi, la richiesta non ha trovato risposta positiva.  Valuteremo il da farsi sul piano giudiziario insieme a Filomena Gallo, che a brevissimo sarà in Friuli Venezia Giulia per eventuali sviluppi”, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni giovedì mattina durante un evento in Fvg a sostegno della raccolta firme per la campagna “Liberi Subito”.

La raccolta firme.

Sono oltre 3000, ad oggi, le firme raccolte in Friuli Venezia Giulia per la proposta di legge regionale elaborata dall’Associazione Luca Coscioni, per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria. Sono necessarie 5mila firme di residenti in Friuli Venezia Giulia per poter depositare al Consiglio regionale una normativa di attuazione (procedure e tempi) per accedere ad una morte volontaria attraverso l’auto somministrazione del farmaco letale. 

“Per quanto riguarda l’iniziativa politica, anche per impedire il ripetersi di questo tipo di vicende, sarò presente oggi in tutte le provincie del Friuli Venezia Giulia per sostenere la raccolta firme sulla legge di iniziativa popolare regionale “liberi subito“, che punta a dare tempi e procedure certe per le risposte alle persone malate in condizioni di sofferenza insopportabile“.

“Mi auguro che le forze politiche e sociali di qualsiasi colore e schieramento in Friuli Venezia Giulia non vogliano continuare a girare la testa dall’altra parte di fronte alle urgenze dei malati e al loro dolore” – prosegue Cappato – . “Si sta consolidando un modo all’italiana di negare i diritti fondamentali persino quando sono già riconosciuti dalla legge. Invece di assumersi la responsabilità di modificare le leggi, il potere che occupa le istituzioni sceglie di agire ad ogni livello con il sabotaggio delle regole, una strisciante e silenziosa disapplicazione. Ciò è vero in particolare sul tema dell’aborto da decenni, ma ora anche sul fine vita”.

Il suicidio assistito.

Le condizioni previste dalla sentenza numero 242 del 2019 della Corte Costituzionale per accedere al suicidio medicalmente assistito – che ha valore di legge e attualmente regolamenta il tema nel nostro paese – al termine del processo Cappato/Antoniani sono quattro: 1) essere affetto da patologia irreversibile 2) che produca sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputa intollerabili 3) la capacità di prendere decisioni libere e consapevoli, ed 4) essere tenuti in vita da  trattamenti di sostegno vitale.

Tali condizioni della persona malata insieme alle modalità per procedere al suicidio medialmente assistito devono essere verificate dal SSN previo parere del comitato etico competente. Nella proposta di legge vengono definiti tempi e procedure certi per la verifica delle condizioni e delle modalità per l’accesso al percorso di suicidio medicalmente assistito