Anche i postini hanno caldo in Friuli: “Là fuori con 40 gradi”

Preoccupa la sicurezza dei postini in Friuli.

I postini sono abbandonati a sé stessi. A metterli in difficoltà sarebbe il caldo e le ceneri dati dagli incendi del Carso che non li fanno respirare. La denuncia arriva dai sindacati Slc-Cgil del Friuli Venezia Giulia, di concerto con il coordinatore regionale Riccardo Uccheddu. Al centro della preoccupazione è la sicurezza dei portalettere che, stando al sindacato, è un aspetto che in questo momento è del tutto trascurato.

Le condizioni dei portalettere.

Nello specifico a preoccupare è il caso dei portalettere del centro di distribuzione postale di Monfalcone, costretti a lavorare nonostante i livelli di inquinamento dell’aria connessi agli incendi sul Carso, e in mancanza di precauzioni e indicazioni sulle misure di prevenzione da adottare.
“Per il secondo giorno l’azienda non ha dato indicazioni ai lavoratori, facendo come nulla fosse”, lamenta e denuncia Riccardo Uccheddu, considerandoli alla stregua, forse, di componenti delle squadre di protezione civile o dei vigili del fuoco e mandandoli sul territorio indipendentemente dalla presenza di fumo e ceneri nell’aria”. Oltre al fatto che devono lavorare sotto il sole a 40 gradi.

Sotto accusa anche la mancanza di un responsabile del centro, assente da oltre un mese, e altri casi di violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro, dalla mancata riparazione dell’impianto di condizionamento del Cpo di via Brigata Casale, a Trieste, agli sportelli mono-operatore privi di dispositivi di telesoccorso. Nel mirino anche il centro di distribuzione postale di Trieste Casale, dove i lavoratori sono stati lasciati per oltre una decina di giorni a lavorare con temperature oscillanti a seconda dei locali tra i 30 ed i 35 gradi.