Friuli a rischio siccità, Regione e Consorzi corrono ai ripari

E’ già allarme siccità in Friuli.

Secondo uno studio, servirebbero dai 40 ai 45 giorni di pioggia in Friuli per bilanciare la siccità dello scorso anno e riportare le risorse idriche alla normalità. Ma per ora, all’orizzonte, non si vedono precipitazioni così estese.

Il rischio, quindi, è che la mancanza d’acqua colpisca ancora il nostro territorio, causando danni superiori alla scorsa estate (sono stati chiesti 300 milioni di euro allo Stato). Regione e consorzi di bonifica corrono ai ripari: arrivano infatti 24,2 milioni di euro per la realizzazione di mini-invasi che, senza stravolgimenti del territorio, ma solo utilizzando la normale conformazione morfologica dei terreni e cave dismesse, consentiranno di accumulare la risorsa idrica e utilizzarla nei momenti di maggiore necessità. I 12 interventi previsti, che verranno realizzati dai consorzi di bonifica, almeno 3 per ogni consorzio, contribuiranno ad affrontare situazioni di siccità che potrebbero essere sempre più frequenti e intense. Analogo obiettivo riveste l’aumento delle risorse per la progettazione di nuove opere irrigue, sempre a favore dei consorzi di bonifica, elevato a 500mila euro. Obiettivo: realizzare impianti di trasformazione irrigua orientati al risparmio e all’efficientamento della risorsa.

Nel corso dell’incontro tra l’assessore regionale all’agricoltura Stefano Zannier e l’associazione dei consorzi di bonifica della regione, formato dai presidenti della Pianura Friulana, Rosanna Clocchiatti, del Cellina Meduna, Valter Colussi, e della Venezia Giulia, Enzo Lorenzon, si è parlato anche di un altro tema scottante: il caro bollette.

“Nel 2022 i canoni consortili non sono stati sufficienti nemmeno a far fronte alle spese per l’energia necessarie al funzionamento degli impianti – ha evidenziato Clocchiatti -. Di fronte a questa situazione è apparso necessario a tutti i consorzi trovare ulteriori risorse per sostenere il fabbisogno energetico ed assicurare l’equilibrio di bilancio. C’era nel contempo la preoccupazione, avvertita anche nelle associazioni di categoria e nel mondo istituzionale, di salvaguardare i redditi delle imprese agricole e quindi di contenere gli aumenti dei canoni sia per l’anno 2022 e 2023 allo stretto necessario per assicurare l’attività consortile sia irrigua che idraulica”. Decisivo l’intervento regionale che, con un contributo di 7 milioni euro al sistema consorzi per l’abbattimento dei costi energetici, ha consentito di assicurare il pareggio di bilancio dell’anno 2022, e ha ridotto significativamente il disavanzo energetico che ha toccato nel 2022 la cifra di 15,2 milioni di Euro con un aumento di 8,8 milioni e quindi del 136% rispetto alla media del triennio).