Incidente mortale di ritorno da Lignano, la Procura dispone una perizia

L’incidente mortale di ritorno dalla festa a Lignano.

La Procura di Treviso ha disposto una perizia cinematica sull’ennesimo incidente di un’estate tragica sulle strade della Marca, quello costato la vita alla giovane e conosciutissima imprenditrice Federica Scottà, accaduto l’8 agosto, alle 18.30, a Francenigo di Gaiarine, dove la quarantottenne aveva la sua attività, la Clever Due, rinomata azienda che da oltre trent’anni realizza, produce e distribuisce in tutto il mondo complementi d’arredo e oggetti sagomati in poliuretano e altri materiali.

Il Pubblico Ministero, Daniela Brunetti ha aperto un procedimento penale per il reato di omicidio stradale iscrivendo nel registro degli indagati la ventiquattrenne di Silea, E.T., che guidava la Volkswagen Tiguan scontratasi frontalmente in via per Brugnera con la Kia guidata dalla vittima: Federica era stata al mare, a Lignano, per festeggiare il compleanno della nipote con tutti i parenti, aveva accompagnato a casa la mamma a Francenigo e stava rientrando nella sua abitazione, per l’appunto nella vicina Maron di Brugnera, nel Pordenonese. Una giornata di festa finita in tragedia.

Il sostituto procuratore, inoltre, ha ritenuto necessario procedere ad accertamenti tecnici non ripetibili per ricostruire con esattezza la dinamica, le cause e le responsabilità del terribile schianto, determinato evidentemente da un‘invasione di corsia opposta, nominando a tal fine come proprio consulente tecnico Enrico Bellomo: l’incarico è stato conferito ieri, mercoledì 18 agosto, negli uffici giudiziari di viale Verdi.

I familiari di Scottà, che ha lasciato l’anziana mamma, la sorella e l’ex marito, per esser assistiti, attraverso il responsabile della sede di Treviso, Diego Tiso, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha messo a disposizione come consulente tecnico di parte per le operazioni peritali Enrico Dinon, con la collaborazione dell’avvocato penalista del Foro di Treviso Andrea Piccoli.