Il friulano Tommaso Romanelli premiato per il miglior documentario con “No More Trouble”

A No more trouble di Tommaso Romanelli il premio come miglior documentario.

Ventisette anni fa, il mare ha inghiottito per sempre suo padre, scomparso durante una traversata oceanica a bordo della barca che lui stesso aveva progettato; da quel vuoto è nato un film e adesso, “No More Trouble – Cosa rimane di una tempesta”, diretto dall’udinese Tommaso Romanelli e distribuito dalla friulana Tucker Film, ha conquistato il Premio Palumbo Editore come Miglior Documentario al SalinaDocFest, il festival internazionale del documentario creativo che si svolge alle Isole Eolie.

Dopo aver vinto la sezione “Panorama Italia” di Alice nella Città, durante la Festa del Cinema di Roma, No More Trouble raccoglie ancora molti consensi e riconoscimenti.

La motivazione della giuria

A premiare il film è stata una giuria composta dalla giornalista Luciana Capretti, dal regista Daniele Ciprì e dalla tecnico del suono Maricetta Lombardo. Queste le parole con cui hanno motivato l’assegnazione del premio:

“Ricerca di un padre che non si è fatto in tempo a conoscere perché scomparso nell’oceano nel 1998 compiuta senza sbavature, attraverso le immagini di lui nella barca che aveva progettato e su cui navigava, le sue parole, e le testimonianze di chi lo conosceva ed era con lui nella traversata in cui è stato travolto dalla tempesta, il film ha una delicatezza ed una essenzialità che coinvolge anche chi di vela non sa nulla. Storia personale e insieme pubblica perché Romanelli era parte della squadra di Soldini che stava cercando di stabilire un record mondiale di vela, diviene commovente senza indulgere e permette ad un figlio cui è mancato il corpo del padre di colmare finalmente un’assenza”.

No More Trouble – Cosa rimane di una tempesta è stato prodotto da Teorema Studio con Indigo Film con il contributo del MiC, del Fondo per l’Audiovisivo FVG, della FVG Film Commission – PromoTurismoFVG e grazie alla Regione Autonoma FVG. La fotografia è di Nikolai Huber, il montaggio di Andrea Campajola, le musiche di Lorenzo Tomio, il suono in presa diretta di Luca Bertolin e Marco Cecotto, il montaggio del suono di Daniela Bassani e Marzia Cordò.