Dopo il niet alle casse di espansione, ecco i nuovi progetti per mettere in sicurezza il Tagliamento

Opere da 190milioni per la sicurezza del Tagliamento.

Dopo lo stralcio delle casse di espansione, contro cui i friulani hanno combattuto una lunga battaglia (vittoriosa), dal Piano per la messa in sicurezza del Tagliamento, oggi ai sindaci interessati dal bacino idrografico del re dei fiumi alpini sono state presentate le nuove opere che consentiranno di evitare gli allagamenti del basso corso.

A illustrarle alle amministrazioni è stato l’assessore regionale alla difesa del territorio, Fabio Scoccimarro, alla presenza anche del viceministro all’Ambiente, Vannia Gava. “Ho voluto organizzare questo incontro – ha detto l’esponente della giunta Fedriga -, all’insegna della massima trasparenza e con la volontà di procedere con la migliore condivisione per quel che attiene le opere necessarie da eseguire, concordate con l’Autorità di bacino, a tutela delle popolazioni, delle infrastrutture, dell’economia e l’ambiente”.

Stop ai campanilismi.

“Le conseguenze dei cambiamenti climatici, sempre più evidenti, non lasciano più tempo per prese di posizione strumentali – ha continuato -. Né c’è spazio per campanilismi ed egoismi,
ma solo per politiche di lunga visione. Per la prima volta nella storia ho voluto riunire tutti i sindaci, e quindi i territori del bacino idrografico del Tagliamento, e presentare le opere necessarie”.

“Le divisioni – ha continuato -, saranno superate con la piena presa di coscienza del senso di comunità. Non c’è più tempo da perdere: le opere già realizzate hanno evitato danni, ma i fenomeni estremi sono sempre più frequenti e intensi. Con l’incarico di progettazione da 950mila euro finanziato dalla Regione, abbiamo chiesto, appunto, di trovare tutte le soluzioni per definire le opere necessarie a garantire la sicurezza dell’intero bacino. Le analisi dovevano elaborare alternative alle opere ad alto impatto, come era stato per le casse d’espansione. Peraltro abbiamo, ad esempio, trovato più opere alternative alla traversa di Pinzano”.

Le nuove opere.

L’assessore ha poi spiegato che la Regione Fvg ha concordato con l’Autorità di bacino, le modifiche al Piano di gestione del rischio alluvioni (Pgra). “Il principio alla base è che solo una serie di opere integrate può garantire la sicurezza idraulica – ha fatto notare Scoccimarro -. Il ponte/traversa di Dignano, già finanziato per 39 milioni di euro, non è un’opera che sola può essere alternativa alla traversa di Pinzano (già stralciata, ndr), che singolarmente non era sufficiente per garantire la sicurezza”.

L’idea è che il nuovo ponte di Dignano, quindi, possa integrare anche funzioni di laminazione, come una mini diga: “Non dimentichiamo i 18 milioni di euro di interventi di diaframmatura vari già effettuati a Latisana e il nuovo ponte – ha continuato -. Esiste poi l’innovativa proposta di una riqualificazione rurale del medio corso, proprio nell’ottica della preservazione naturale e paesaggistica del Tagliamento. L’ipotesi è quella di un allagamento controllato di zone rurali agricole, che andranno ovviamente indennizzate, senza che vengano stravolti paesaggi e territorio”.

Come spiegato anche dal consigliere regionale Markus Maurmair (FdI) sono quindi previste delle aree esondabili a valle di Madrisio e una serie di importanti opere di rafforzamento degli argini
nella zona della foce, sia nel canale principale di Latisana, dove si prevede anche l’innalzamento del ponte stradale, che del canale Cavrato. In tutto, le somme da mettere a disposizione raggiungeranno i 190 milioni e il tempo di completamento degli interventi sarà relativamente celere, con l’obiettivo che nel 2030, il Tagliamento non desti più preoccupazione per chi vive a valle, senza intaccare le sue peculiarità morfologiche.