Pasticceria alla farina di grillo: l’audacia di un imprenditore carnico

Michele Taddio propone prodotti con la farina di grillo.

Brioches, biscotti, baci di dama e crostate rigorosamente impastate con la farina di grillo. Qualcuno schiva questa nuova trovata culinaria, qualcun altro ne è incuriosito, senza dubbio le discussioni in merito non si fanno attendere.

Uno dei primi audaci imprenditori di questa rivoluzionaria iniziativa è il carnico Michele Taddio, che da poco più di una settimana ha deciso di portare questa nuova tendenza nei suoi locali. Nato a Tolmezzo trentotto anni fa e cresciuto ad Enemonzo, Michele, che fino al 2006 ha vissuto nella sua regione e svolgeva un’attività distante anni luce dalla ristorazione, si è poi trasferito in Emilia Romagna, dove ha conosciuto Enrica, che è poi diventata sua moglie. Un incontro magico, ma soprattutto fortunato, visto che la coppia si è buttata a capofitto nel mondo della ristorazione, aprendo una catena di locali dal nome “Palapa” che trovano sede a Forte dei Marmi, Reggio Emilia e Parma.

Ed è proprio nel laboratorio della città parmense che l’imprenditore ha deciso di iniziare la produzione di quella che viene definita ‘pasticceria secca’ con la farina di grillo “Ho voluto provare questa nuova esperienza perché mi piace ricercare sempre cose nuove, per fare in modo di distinguermi dalla massa e portare delle innovazioni – spiega l’imprenditore – qualcuno ne è incuriosito, qualcuno invece preferisce propendere per le vecchie tradizioni”.

“Mi ricorda un po’ quando, qualche anno fa, venivano sfornate le prime brioches vegane e la gente non ne voleva sapere, le innovazioni fanno sempre un po’ di fatica ad essere accettate dai consumatori – prosegue Taddio – . “Ci vorrebbe sicuramente un po’ più di informazione, che senza dubbio scioglierebbe alcuni pregiudizi, in fondo il sapore è simile ad una normalissima brioche integrale“. Gli insetti utilizzati per uso alimentare vengono allevati esclusivamente all’interno di apposite teche, per far sì che non avvenga alcuna contaminazione con l’ambiente esterno e che l’impatto ambientale cruento, spesso causa di malattie, possa essere così ridotto ai minimi termini.