Le rogge testimoni delle trasformazioni del Friuli: un documentario tra storie e ricordi

Un documentario sulle rogge di Udine, Tavagnacco e Reana.

Campanili e “campanilismi”, genti e famiglie, storie e tradizioni, muri, ma anche comunità, mulini, chiuse e ponticelli: questo, e molto altro ancora, si trova lungo il corso delle rogge che, da nord a sud, attraversano i territori friulani dell’hinterland udinese, da Reana del Rojale a Tavagnacco e Udine.

Ed è proprio alla valorizzazione di questo importante “presidio” culturale, sociale ed economico del territorio che SimulArte, grazie al sostegno della Regione e alla collaborazione di Comune di Reana del Rojale, Comune di Tavagnacco, Anthropoi XXI Aps e Civici Musei di Udine, ha voluto dedicare “Il futuro del passato. Le Rogge testimoni del cambiamento“.

Il progetto, che si concretizza in un video documentario, suddiviso in quattro capitoli, sarà presentato in tre occasioni tutte a ingresso libero: venerdì 15 dicembre alle 20.45 nell’auditorium Pigani di Reana del Rojale, il 16 alle 16 al Museo Etnografico di Udine e il 20 alle 18 nella sala parrocchiale di Cavalicco di Tavagnacco. La regia del documentario è di Marco Fabbro, il direttore della fotografia è Claudio Cescutti, il fonico Andrea Blasetig e le musiche sono di Claudio Filippini

Storie e ricordi

Alla realizzazione del video, proposto come uno storytelling con le narrazioni di Martina Delpiccolo, hanno preso parte semplici cittadini, testimoni del passato, ma anche storici, studiosi, editori, eredi di antichi mulini o proprietari di aziende agricole o agriturismi che si affacciano su questi corsi d’acqua.

Il progetto ha visto la realizzazione di studi e ricerche storiche, registrazioni di testimonianze delle persone che hanno vissuto lo sviluppo economico e sociale del XX secolo lungo i corsi d’acqua di Reana del Rojale e Tavagnacco grazie alle attività produttive che conducevano come ad esempio agricoltura, macine a mulino o l’utilizzo delle rogge come lavatoi.

Lungo il corso delle rogge negli anni sono sorti mulini, chiuse e ponticelli ad uso agricolo, molti dei quali si possono vedere ancora oggi. Questo sistema ha recato per secoli beneficio alle campagne, di natura prive di acque superficiali. Con la loro viva corrente ha mosso mulini e altre macchine da ruota generando le prime attività industriali. Quest’acqua fu anche utilizzata anche da Arturo Malignani per la centrale idroelettrica che permise l’illuminazione di Udine.

Obiettivo del progetto di SimulArte, dunque, è stato quello di far riemergere e valorizzare la memoria collettiva di una comunità e del territorio che la ospita, delineando linee coerenti per lo sviluppo futuro, attraverso lo storytelling degli episodi caratterizzanti il XX secolo e lo sviluppo rurale ed economico delle genti che, grazie ai corsi d’acqua, sono passate o si sono stabilite nel territorio delle rogge e del torrente Torre.