Marco si prende le ferie per aiutare la Sardegna devastata dagli incendi

Da Pordenone a Cuglieri per gli incendi.

“Adesso sto realizzando davvero cosa ho fatto”. Queste le parole di Marco Ugosetti, il 27enne di Porcia che è andato a Cuglieri per aiutare le popolazioni colpite dagli incendi in Sardegna, prendendosi le ferie da lavoro. “È stata una scelta istintiva, ma naturale – racconta Ugosetti -. Appena ho visto un video sugli incendi della Sardegna qualcosa dentro di me si è acceso e ho sentito questa voglia di partire come volontario”. Non sapeva dove avrebbe alloggiato o cosa avrebbe dovuto fare, ma era sicuro di una cosa: il desiderio di non essere solo spettatore, ma di trasformare in fatti le parole di solidarietà.

Il volontariato.

Così Ugosetti è partito da Porcia per prendere il suo primo traghetto, che lo ha portato poi nelle terre bruciate della Sardegna: “Non avevo mai preso un traghetto e volevo essere sicuro di non sbagliare. Per questo motivo, ho preferito dormire in auto ed essere presente per l’ora in cui aprivano l’imbarco“. Una volta giunto al comune di Cuglieri si è detto disponibile per qualsiasi tipo di lavoro, senza eccezioni. Il parroco del posto, don Mario Piras, gli ha trovato un alloggio ed è stato assegnato come aiutante dei barracelli, una sorta di polizia rurale, impegnati nello stoccaggio e nella distribuzione di foraggio e mangimi tra allevatori.

“Una delle cose che mi ha più colpito è stata l’ospitalità. Mi hanno offerto tutto e chiunque l’ha fatto, perché poi si era sparsa la voce nel paese”, racconta Ugosetti. Disponibilità nei cittadini che non si è dimostrata solo offrendo i pasti, ma accompagnando il giovane volontario friulano alla scoperta di quello che è veramente il territorio: “Appena arrivato a Cuglieri, ho pensato che non ci fosse nulla, solo terreno, pecore e muretti. Invece, le persone del posto mi hanno fatto capire cosa si nasconde dietro al niente”. L’esperienza ha portato Ugosetti a capire meglio cosa è successo davvero con gli incendi in Sardegna: non si è perso del terreno, si è spezzata una vera e propria produzione, il “niente” che in realtà è un bene in un suo stato d’equilibrio, perché anche solo dietro ad un ulivo c’è una catena di persone che può lavorare”.

Con voce emozionata Ugosetti continua la testimonianza: “Le persone lì hanno perso i loro beni più preziosi, ma non si sono arresi. Anzi, lavorano senza sosta“. Non avendo risorse a sufficienza cercano di usare tutti i mezzi possibili, alle volte mettendo in pericolo la propria vita, e hanno aperto una campagna di raccolta fondi per comprare almeno un mezzo antincendio. “Mi ha lasciato senza parole, poi, vederli come nonostante tutto mi aprissero sempre la porta per offrirmi ciò che di più buono avessero – aggiunge Ugosetti – mi sono sentito in imbarazzo”.

Il giovane friulano dal cuore d’oro è tornato a Porcia, ma sta pensando a quello che ha fatto, ai volti delle persone che lo hanno aiutato e ringraziato. Qualcuno di loro lo ha anche chiamato mentre era in viaggio per assicurarsi che fosse arrivato a casa. Con un nodo alla gola conclude: “È un’esperienza che mi porterò per sempre nel cuore e che spero di rifare presto. Mi emoziono a pensare a quanto sono stati accoglienti con me e che alla fine anche il più “duro” di loro si è commosso quando me ne sono andato”.