Unabomber in Friuli, analisi del Dna sui reperti e c’è un nuovo indagato

Riaperto il caso Unabomber che terrorizzò Friuli

Aveva terrorizzato Friuli e Veneto tra il 1993 e il 2006, compiendo oltre 30 attentati nei luoghi considerati più normali, dalle spiagge, ai supermercati: Unabomber, però, non ha ancora un’identità.

Il Procuratore di Trieste Antonio De Nicolò ha riavviato le indagini e oggi, 19 gennaio, ha dichiarato di voler procedere a nuove analisi genetiche su dieci reperti del caso, con l’obiettivo di verificare se attraverso di essi sia possibile identificare l’autore dei delitti. Al Gip di Trieste è stata quindi inviata una richiesta di incidente probabotorio.

Per poter procedere senza incappare in questioni di nullità o inutilizzabilità, l’Ufficio della Procura ha riaperto le indagini per nove persone, che erano già state prese in considerazione all’epoca e le cui posizioni erano poi state archiviate. Non solo: tra gli iscritti al registro degli indagati, c’è anche un decimo nome, un nome nuovo inserito “sulla base di una fonte dichiarativa la cui attendibilità appare problematica ed è tutta da verificare”.

“Nei confronti di nessuna delle dieci persone citate nella richiesta di incidente probatorio come persone sottoposte a indagine – ha specificato De Nicolò -, sono stati acquisiti elementi tali da consentire di convogliare le investigazioni in una precisa direzione: sarà l’accertamento genetico a dare elementi utili a tal fine. Conclusivamente, fino all’ultimazione di tale accertamento ogni frettolosa attribuzione di responsabilità che si volesse ricavare a carico di taluno dei soggetti indagati costituirebbe una gratuita illazione, sfornita allo stato di elementi di riscontro e contrastante con la presunzione di non colpevolezza scolpita nella nostra costituzione”.