Servirà il green pass per andare a lavoro, è ufficiale. Cosa cambia in Fvg e le reazioni

Il nuovo decreto sul green pass in Friuli.

Scatta, dalla metà del prossimo mese, l’estensione dell’obbligo del Green pass a tutti i lavoratori, sia nel settore pubblico che privato. Il nuovo decreto entrerà in vigore il prossimo 15 ottobre 2021. Molteplici saranno i cambiamenti ai quali anche il Friuli Venezia Giulia dovrà far fronte. Ecco, quindi, le nuove regole.

Ottenere il certificato verde.

Cambiano le regole per ottenere il Green pass. Resta la necessità della somministrazione del vaccino per avere il certificato, ma bisogna attendere 15 giorni per farne richiesta. Se si è guariti dal Covid-19, si aprono due strade. Se il tampone risulta negativo e non si ha la prima dose di vaccino, il Green pass è valido per 6 mesi. Nel caso in cui il soggetto ha ricevuto la dose, il certificato verde dura 9 mesi. Con il nuovo provvedimento, sono considerati validi anche i tamponi molecolari e la validità del tampone resta di 48 ore.

Stipendi e sanzioni.

Su questo fronte le novità sono molto importanti. Per gli insegnanti e tutti coloro che lavorano nel pubblico e nel privato è prevista la sospensione dello stipendio. C’è la possibilità di rimanere in aspettativa non retribuita fino al 31 dicembre, data in cui scatta la fine dello stato di emergenza. Se un lavoratore non si adeguerà, presentandosi senza certificato verde per 5 giorni consecutivi, scatterà la sospensione dal lavoro e, quindi, dallo stipendio.

Per quanto riguarda le sanzioni, invece, le multe andranno dai 600 ai 1.500 euro sia per gli irregolari e sia per chi non ha effettuato i dovuti controlli. Le stesse misure adottate nelle scuole sono previste anche nel settore pubblico. Verrà realizzata un’apposita applicazione di controllo che i capoufficio, i responsabili del servizio o i datori di lavoro dovranno usare per verificare il Green pass dei lavoratori. Alle farmacie sarà chiesto di calmierare il prezzo dei tamponi.

Dipendenti pubblici.

L’estensione dell’obbligo è prevista per tutti coloro che per lavoro devono entrare in contatto con colleghi, utenti e clienti. In questo modo sono coinvolti i dipendenti nelle aziende municipalizzate, nei tribunali nelle varie agenzie di controllo, i militari, le forze dell’ordine, i magistrati. Sono inclusi anche coloro che lavorano nelle Ferrovie dello Stato, Poste e Gruppo Leonardo. L’unico dubbio sull’obbligatorierà resta per chi lavora in smart working.

Settore privato.

L’obbligo scatta per coloro che lavorano in fabbrica, nelle aziende private, nei bar, nei ristoranti, nei cinema e nei teatri. L’estensione è prevista anche per coloro che lavorano tramite partita Iva, quindi il negoziante, l’estetista, la parrucchiera e i rispettivi collaboratori, compresi i collaboratori domestici, quindi colf e badanti. Per chi lavora da casa non c’è l’obbligo del certificato verde.

Categorie fragili.

Queste sono le principali novità del nuovo decreto, che lascia spazio anche per i lavoratori delle categorie “fragili”. Per coloro che non possono essere vaccinati, infatti, c’è una clausola: il loro periodo di assenza da lavoro sarà considerato come ricovero ospedaliero e per questo motivo non potranno essere licenziati.

Le reazioni in Friuli.

Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine, plaude alla decisione presa e, riguardo ai test, evidenzia che “la concessione gratuita dei tamponi a chi, per scelta, non si è vaccinato, non verrà presa in considerazione, se si continuerà sulla linea della coerenza. Forse verrà presa in considerazione la calmierazione del prezzo. Ma non lo riterrei opportuno, dato che significherebbe che lo Stato e quindi i cittadini pagano il prezzo o la riduzione del prezzo del tampone per quegli altri cittadini che non si sono vaccinati per ragioni altre da quelle mediche”.

Di tutt’altro segno, invece, il commento di Villiam Pezzetta, segretario generale della Cgil Fvg. “La Cgil non firmerà alcun accordo che preveda elementi sanzionatori legati al mancato possesso del Green pass, così come siamo contrari all’introduzione di misure analoghe per decreto, come i sindacati hanno ribadito al presidente del Consiglio. Siamo convinti che la strada da seguire non sia questa – prosegue il segretario – anche alla luce dei dati relativi ai contagi sul lavoro, che a metà giugno rappresentavano soltanto il 4% del totale, a livello nazionale come in Friuli Venezia Giulia“. Pezzetta, infine, ribadisce la necessità di garantire il tampone gratuito ai lavoratori.