Rapporto mamme-bebè: come interpretare il linguaggio del corpo dei neonati

Diventare genitori, specie per chi è al primo figlio, non è mai cosa semplice. Per chi è alle prime armi, è parecchio difficoltoso imparare a vestire i panni di mamma e papà, gestire il nuovo arrivato e comprendere il suo linguaggio. Per iniziare a instaurare un rapporto genitore-figlio è quindi necessario sapere interpretare movimenti, gesti e suoni che un bambino può compiere per esprimere una necessità o uno stato d’animo. Vediamo come fare.

Conoscere gli scatti di crescita per capire i bisogni dei bebè

Tra i primi fattori da conoscere per capire in toto il proprio bebè troviamo le fasi del suo sviluppo: saperle riconoscere è importante per soddisfare al meglio le sue esigenze. Queste fasi sono gli scatti di crescita, brevi periodi in cui il bambino potrebbe per esempio piangere più del solito, avere più fame o cercare più insistentemente l’attenzione della mamma. Queste circostanze sono del tutto normali. Si tratta infatti di momenti particolarmente difficili per i neonati, durante i quali il loro sviluppo li rende più irritabili e difficili da gestire.

La parola chiave per affrontare e superare queste giornate è senza dubbio pazienza, accompagnata da una buona informazione. A questo proposito, i neogenitori possono leggere guide, consigli e risorse preziose da professionisti e online, come ad esempio su Genitore Informato, così da trovare risposta a dubbi e preoccupazioni.

Il linguaggio del corpo dagli 0 ai 3 mesi

Il bambino nelle sue prime settimane di vita comunicherà soprattutto con il pianto e con gesti ricorrenti non intenzionali, ma che iniziano a istaurare una relazione più solida con il genitore. Alcuni di questi gesti avvengono per esempio quando il neonato:

  • stringe il dito del genitore;
  • inarca la schiena quando i genitori lo prendono in braccio dalla culla;
  • fa una smorfia quando assaggia qualcosa.

In questo arco di tempo iniziano a manifestarsi anche i primi sorrisi, un modo che il bambino ha di esprimere la propria gioia, ma anche di istaurare un rapporto con la madre per assicurarsi protezione e amore.

Il linguaggio del corpo dai 4 agli 8 mesi

A partire dai 4 mesi la comunicazione del bambino si evolve e non si limita più a pianti, sorrisi e gesti automatici. Adesso è in grado di usare i movimenti per esprimere un suo bisogno, come quello di voler essere preso in braccio o di voler giocare. Capire i suoi gesti è anche molto utile per soddisfare una richiesta. Per esempio, tra i movimenti più comuni, il neonato può:

  • girarsi dall’atra parte quando è annoiato;
  • stropicciarsi gli occhi quando ha sonno;
  • strofinarsi le orecchie quando vuole calmarsi;
  • agitare braccia e gambe quando è felice.

Il linguaggio del corpo dai 9 ai 12 mesi

Superati i nove mesi il bambino inizia a sviluppare maggiormente la sua mobilità e ogni suo gesto diventa più chiaro. Ai movimenti del corpo si abbineranno presto suoni e le prime paroline, alcune chiare e altre meno facili da comprendere in un primo momento.

Questa è la fase in cui la maggior parte dei neonati inizia a gattonare e poi a camminare, a dondolarsi nel sentire suoni e musica, ad associare gesti a situazioni. Da qui è poi tutto un divenire, un crescendo di emozioni e scoperte da fare insieme, genitori e figli.