Tra i falò del Friuli anche una befana speciale per la pediatria di Latisana

Sono state migliaia le persone che ieri sera, giovedì 5 gennaio, per salutare definitivamente l’anno passato, hanno partecipato ai vari pignarul che hanno avuto luogo in tutta la regione.

Questa tradizione infatti, è portata avanti e tramandata da moltissimi anni. Già nel pomeriggio, sono iniziati i festeggiamenti a base di “pinsa e vin brulé”. Un rito che rappresenta l’addio definitivo all’anno passato, simboleggiato appunto dalla ‘vecia’ che viene bruciata sopra ad una pila di legna o di balle di fieno. Da qui, il fumo che ne uscirà, sancirà l’andamento del nuovo anno per gli agricoltori: se il fumo si dirige verso i monti, il presagio non è favorevole se invece si dirige verso il mare, l’annata sarà redditizia.

Una tradizione così amata e sentita che viene tramandata anche ai più piccoli: all’oratorio “P.G. Frassati” di Latisana già nel pomeriggio infatti è stato allestito e bruciato “l’anno vecchio”. Sono stati tuttavia moltissimi i “pignarul” che hanno lasciato a bocca aperta i presenti: primo fra tutti quello di Lignano Sabbiadoro, in grado di catturare l’attenzione di grandi e piccini. Suggestivi, tuttavia, anche i “pignarul” o “foghere” di Sabbionera e Paludo di Latisana, Ariis di Rivignano.

Tra gli altri, si è contraddistinto il pignarul di Aprilia Marittima, dove la tradizionale ‘befana’ è arrivata dall’acqua portando con sé doni ed offerte raccolti dall’interclub “Lollo bassa friulana”, in collaborazione con Marina Yachting club, il circolo nautico, i cantieri e gli operatori di Aprilia per il reparto di pediatria di Latisana, che saranno consegnati direttamente alla direttrice del reparto Elisabetta Miorin. Presente alla manifestazione anche il sindaco di Latisana Lanfranco Sette e la consigliera regionale Maddalena Spagnolo.

“Una giornata importante quella di oggi, in cui abbiamo finalmente ripreso la tradizione delle foghere nella bassa friulana – commenta la Spagnolo che, aggiunge – ringrazio sentitamente tutti i volontari che si sono adoperati per realizzare le numerose foghere del territorio”.