Inizia la perizia sul macchinario alla Stm di Maniago.
È cominciata nella questa mattina la delicata perizia tecnica sul macchinario sotto sequestro nello stabilimento della Stm di Maniago, teatro dell’incidente mortale costato la vita a Daniel Tafa, giovane operaio di 22 anni. Il ragazzo era stato colpito nella notte tra il 24 e il 25 marzo da due schegge di acciaio incandescente.
Il sopralluogo ha visto la presenza di un pool di tecnici e ingegneri incaricati dalla Procura e dalle parti coinvolte. Al centro dell’analisi, la verifica del funzionamento del macchinario e l’accertamento sull’eventuale presenza di anomalie o carenze nei dispositivi di sicurezza.
A poco meno di un mese dalla tragedia, l’indagine assume ora un taglio tecnico-giuridico più definito: cinque le persone indagate — tra cui il titolare dell’azienda, il delegato alla sicurezza, il responsabile della prevenzione e due certificatori dei macchinari.
Gli accertamenti tecnici.
Il compito degli esperti sarà ora quello di ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente attraverso la perizia che dovrebbe durare alcune settimane. Gli accertamenti, infatti, non si limiteranno all’analisi meccanica del macchinario: sarà necessario verificare il software del robot che trasportava i pezzi metallici alla postazione di lavoro, analizzare la tipologia dei metalli utilizzati e controllare il funzionamento dell’intera isola produttiva. In particolare, saranno sottoposti a rilievi tecnici anche gli altri computer che regolano il flusso dei pezzi verso la pressa.
Altro nodo cruciale sarà stabilire se il macchinario era conforme ai requisiti di sicurezza previsti dalle normative e se tutti i componenti fossero integri e correttamente manutenuti. Una mancata verifica o un errore progettuale potrebbero rivelarsi determinanti per accertare eventuali responsabilità.