La petizione per dire no al polo logistico di Porpetto: raccolte 3.189 firme.
Sono quasi 3.200 firme per dire no alla realizzazione di un polo logistico nel comune di Porpetto. Il comitato promotore dell’iniziativa le ha consegnate al presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, che ha assicurato l’impegno ad approfondire la questione.
“Trasmetterò la petizione alla IV Commissione – ha spiegato il presidente – che la esaminerà e deciderà come procedere”. La Commissione presieduta dal leghista Alberto Budai si era già occupata dell’argomento lo scorso febbraio, con una serie di audizione dei soggetti interessati. Qualche giorno dopo il Comune di Porpetto aveva dichiarato decaduta la delibera con la quale, nel maggio del 2024, aveva espresso un primo parere preventivo favorevole all’insediamento, ritenendo ora necessaria una valutazione di carattere regionale.
Ricevendo la petizione, Bordin ha sottolineato sia la necessità di chiarire bene lo status dell’iter progettuale (“non mi risultano procedure avviate al momento”) sia il fatto che “i Comuni sono sovrani sul loro territorio. Qualunque sia il futuro di questa iniziativa – ha concluso il presidente del Consiglio regionale – mi auguro sia una scelta condivisa, frutto di un ampio dialogo e confronto tra tutte le parti in causa”.
Le preoccupazioni del Comitato No Polo logistico.
I rappresentanti del “Comitato No Polo logistico. Difendiamo il territorio”, il presidente Roberto Movio e uno dei portavoce Gianpaolo Stel, hanno illustrato “le preoccupazioni della comunità locale per un progetto che insisterebbe su un’area di circa 300mila metriquadrati, posta a sud della A4 e lambita dalla variante della ex provinciale 80, nel tratto compreso tra il casello autostradale e Via Porpetto. Una costruzione di circa 3 milioni di metri cubi, dieci volte il volume delle case di Porpetto – hanno sottolineato e, quindi, troppo impattante per il nostro territorio. I poli logistici meglio realizzarli altrove”.
Con la petizione si chiede dunque che “non vengano promossi insediamenti di natura logistica o similari in quest’area, che venga preservata la sua destinazione d’uso ma anche che il comune di Porpetto non venga inserito nel Piano sviluppo strategico per la Zona logistica semplificata del Friuli Venezia Giulia”.
Alla consegna della petizione erano presenti anche i consiglieri Francesco Martines (Pd), Rosaria Capozzi (M5S), Simona Liguori (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg), Serena Pellegirno (Avs) e Furio Honsell (Open sinistra Fvg).
Liguori: “Una comunità che chiede solo di essere ascoltata”.

“Questa iniziativa nasce dal basso, da una comunità che chiede solo di essere ascoltata – ha dichiarato la consigliera regionale Simona Liguori, del gruppo Patto per l’Autonomia Civica Fvg -. I cittadini non si oppongono al progresso, ma chiedono che esso sia sostenibile e rispettoso dei luoghi, della salute e della qualità della vita. Troppo spesso assistiamo a progetti calati dall’alto, senza un reale confronto con chi quei territori li abita ogni giorno”.
La consigliera ha sottolineato come le recenti decisioni della Giunta comunale di Porpetto – che ha prima espresso un parere favorevole e poi ritirato il proprio assenso al progetto (una costruzione con un volume 10 volte superiore a quello di tutte le abitazioni del comune di Porpetto, come spiegato dai promotori della petizione), ritenendo necessaria una valutazione regionale – dimostrino la complessità e la delicatezza della questione: “Serve una visione di sviluppo che non sacrifichi ettari di suolo agricolo fertile e che non trasformi aree di pregio in distese di cemento. Come rappresentanti delle istituzioni, abbiamo il dovere di ascoltare i cittadini e proteggere le risorse che rendono unico il nostro territorio”.
Liguori ha infine ribadito il proprio impegno a vigilare sul percorso regionale che seguirà la petizione, affinché le richieste dei cittadini vengano prese in seria considerazione: “Questa battaglia riguarda tutti. Non è una questione di campanile, ma di modello di sviluppo e di democrazia partecipativa. Anche in questa occasione saremo al fianco di chi difende il territorio e chiede trasparenza e coerenza nelle scelte della politica”.
Honsell: “Una petizione per difendere il territorio”.

“Oggi in Consiglio regionale è stata presentata la petizione del comitato contro il polo logistico di Porpetto, che ha raccolto oltre tremila firme. Il progetto della megastruttura in tale Comune, che subisce già pesanti servitù dalla presenza dell’autostrada, pare essere stato ritirato dal sindaco, ma la validità di questa petizione rimane intatta perché pone le condizioni affinché qualsiasi futura scelta vada condivisa con i cittadini”. Lo afferma in una nota Furio Honsell, consigliere regionale di Open Sinistra Fvg.
“Anche se alcune forze politiche minimizzano questi momenti, giudicandoli fatti burocratici – aggiunge Honsell -, noi di Open Sinistra Fvg li riteniamo invece qualificanti perché permettono di tenere acceso un riflettore su una problematica critica e sottolineano l’importanza dell’impegno civile dei cittadini”.
Pellegrino: “Il polo logistico non è un’opera strategica”.

Vestiti con una maglietta che riporta il logo “No polo logistico” e forti delle 3.189 firme raccolte in pochi mesi in un territorio che conta mille famiglie, i promotori della petizione contro il polo logistico di Porpetto hanno evidenziato, davanti al presidente del Consiglio regionale Mauro Bordin, la preoccupazione dei cittadini e cittadine del paese di fronte alla possibilità di realizzare un complesso logistico da 300mila mq, posizionato a ridosso delle abitazioni, per un’altezza di 20 metri”.
Così in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino (Avs). “Stiamo parlando di un insediamento completamente fuori scala, che comporterebbe ripercussioni importanti per ciò che concerne il traffico, la salute e la salubrità dell’aria. Quello che appare è che si tratta di una semplice e pura speculazione in un’area a vocazione agricola. La raccolta delle firme – prosegue l’esponente rosso-verde – è stata un vero e proprio successo, tanto da far comprendere all’amministrazione comunale quanto il tema sia sentito dai cittadini. Il sindaco ha dovuto ammettere di essere rimasto totalmente in minoranza, tanto da ritirare la delibera di Giunta con cui autorizzava la costruzione della struttura, avendo compreso che anche coloro che l’avevano voluto a guida del Comune gli erano contrari”.
“Ma non solo loro, anche le amministrazioni confinanti si sono espresse contro quest’opera i cui effetti ricadrebbero anche sui loro comuni. Sono convinta – continua la consigliera, che è anche vicepresidente della IV Commissione – che la gestione di tutto il percorso sia stata portata avanti in modo approssimativo e frettoloso. Troppo potere lasciato in mano a una sola persona, con l’elezione diretta del sindaco, può generare questi risultati. Il potere decisionale e deliberativo è troppo importante se non è supportato dall’ascolto e dalla condivisione di intenti con tutto il territorio e dei suoi abitanti. Ricordo che il tema è già stato trattato in IV Commissione concentrandosi sulle prerogative in capo al Comune di Porpetto”.
“La petizione – conclude Pellegrino – dovrà tornare ed essere discussa nuovamente in Commissione Ambiente e lavori pubblici per avere quella chiarezza e certezza da parte dell’assessore che nel prossimo piano del governo del territorio questa opera non venga inserita come strategica per la nostra regione”.
Martines: “La Regione ascolti l’appello del Comitato”

“Regione e Consiglio non ignorino l’appello dei cittadini con il quale si vuole mettere la parola fine al paventato polo logistico in progetto a Porpetto che distruggerebbe ettari di aree agricole, in una realtà già appesantita da diverse infrastrutture”. Lo afferma in una nota il consigliere regionale Francesco Martines (Pd), presente oggi alla consegna al presidente Mauro Bordin, da parte del comitato “No polo logistico-difendiamo il territorio”, della petizione in tal senso e che raccoglie circa 3.200 firme.
“Nella Bassa Friulana – chiarisce Martines – è certamente importante avere una struttura del genere che crea posti di lavoro, ma è necessario trovare un’alternativa, come può esserlo l’interporto di Cervignano dove ci sono ampi spazi inutilizzati che permetterebbero anche di avere un collegamento diretto con la rete ferroviaria”.
Secondo il dem, “un mega polo logistico da 150mila metri quadrati, con una struttura alta 20 metri e che consumi altro suolo è un progetto folle che va scongiurato in tutti i modi possibili: è necessario lavorare alle ipotesi alternative che sicuramente ci sono”. Un plauso, continua, “va al comitato che in modo serio ha ascoltato il territorio e illustrato in maniera trasparente le ripercussioni negative di un tale intervento sulla comunità”.
Questa vicenda a detta di Martines “ricorda quanto avvenuto con il progetto dell’acciaieria a San Giorgio e porta con sé tre elementi deficitari: mancanza di informazione e necessaria conoscenza del progetto; l’assenza di un fondamentale percorso con il territorio; nessun coinvolgimento della Regione”.
“In un contesto in cui, attraverso l’impostazione di nuove normative e discussioni sulla prima variante al Piano di governo del territorio (Pgt) si sta ragionando in termini di processi di sviluppo nella direzione della sostenibilità ambientale, soprattutto, senza consumo di suolo, non si riesce a immaginare che si possa insediare in un’area di fatto già fortemente urbanizzata e ricca di grandi infrastrutture, una nuova struttura di dimensioni imponenti, impattanti e sproporzionate rispetto al contesto urbanistico dell’area; è una scelta devastante per tutto quel territorio”, conclude.
Capozzi: “Bene il ritiro della delibera, ma non si deve abbassare la guardia”

“Questa situazione rappresenta un chiaro e lampante esempio di ciò che può accadere quando la popolazione non viene messa al corrente di quanto potrebbe verificarsi sul proprio territorio. Ecco perché ho partecipato convintamente all’incontro per la consegna della petizione tematica, al fine di ribadire un secco ‘no’ all’ipotizzato polo logistico di Porpetto”.
Lo evidenzia, in una nota stampa, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), dopo aver preso parte alla cerimonia di consegna alla presidenza dell’Assemblea legislativa Fvg di una petizione popolare dal titolo “Richiesta di tutela dell’area a sud dell’autostrada A4 e opposizione a insediamenti logistici”, corredata da poco meno di 3.200 firme.
“Ci spendiamo da sempre – aggiunge l’esponente pentastellata – affinché venga introdotta la prassi del dibattito pubblico per informare le comunità del Friuli Venezia Giulia in merito alle opere in procinto di ricadere sulle rispettive aree di residenza”.
“La specifica vicenda – precisa Capozzi, facendo riferimento al documento presentato quest’oggi in piazza Oberdan dal comitato ‘No polo logistico-Difendiamo il territorio’ – aveva avuto come epilogo il ritiro della delibera da parte della Giunta comunale di Porpetto, neppure un mese dopo la sua adozione. E ciò grazie alla pervicacia e all’azione dei numerosi cittadini che hanno raccolto informazioni, messo in atto un’evoluta modalità di comunicare e creato una mobilitazione tale da aver portato alla rinuncia nel concretizzare un’istanza che mirava alla creazione di un Polo logistico fuori scala per il territorio coinvolto”.
“Un progetto – sottolinea la rappresentante del M5S – troppo grande per dimensione e per numero di mezzi che avrebbero transitato, provocando enormi conseguenze in termini di emissioni di CO2, nonché illogico per la lontananza dalla rete ferroviaria e per la vicinanza all’interporto di Cervignano”.
“Dopo questo passo importante, però, è necessario rimanere guardinghi – conclude Capozzi in merito alla tutela dei terreni posti a sud dell’autostrada A4 nel comune di Porpetto, lambiti dalla variante all’ex strada provinciale 80 – e auspicare che i terreni sui quali avrebbe dovuto sorgere il polo logistico non vengano adibiti ad altre opere impattanti. È importante infatti che venga conservata l’attuale destinazione d’uso in qualità di terreni agricoli, lodevolmente attribuita a suo tempo proprio per impedirne un uso diverso e impattante”.