Nessun iscritto alla scuola di San Giovanni al Natisone, i rischi del settore arredo

Il summit di Cluster Arredo a San Giovanni.

Un comparto vivo, vitale, attivo, eppure – paradossalmente – privo della forza lavoro necessaria per poter crescere ancora e svilupparsi. L’arredo chiede a gran voce tecnici qualificati, figura da tempo carente nei distretti produttivi della regione, in particolare quello della sedia. E lo fa riunendo le forze in un summit con focus sulla scuola di San Giovanni al Natisone, presso la sede del Cluster Arredo, al quale hanno partecipato associazioni di categoria, imprenditori leader del settore, Comuni, tutti uniti e compatti nella proposta di un percorso formativo completamente nuovo. 

Uno sforzo congiunto affinché non “salti” un’intera generazione di lavoratori: la scuola di San Giovanni al Natisone, infatti, non ha nessun iscritto nei primi anni. Dunque, quando termineranno i diplomati in corso, vi sarà un vuoto potenziale di 7 anni se non si interviene immediatamente. Nessun salvataggio, però: si pensa anzi a un progetto strutturato che faccia da spartiacque con il passato, un piano del tutto nuovo in cui ognuno dovrà fare la sua parte. 

“Urge un rinnovamento totale dell’offerta formativa e della scuola – spiega il direttore del Cluster Arredo, Carlo Piemonte -. E’ davvero assurdo che non si trovino tecnici a livello locale. Bisogna spostare la visione guardando al futuro non con gli occhi del passato, ma allargando lo sguardo a livello regionale, nazionale e internazionale”.

“Alla Regione, con la condivisione delle amministrazioni locali, proporremo un percorso condiviso per adeguare la scuola alle esigenze tecniche del sistema Arredo del territorio friulano – informa il presidente Franco di Fonzo -,sviluppando al contempo una visione complessiva regionale che coinvolga i diversi territori del Friuli Venezia Giulia. L’obiettivo è di valorizzare un’offerta formativa che garantisca un futuro di qualità a tutti i giovani che intraprenderanno questo percorso”. 

Unanime la volontà di fare sistema per riuscire a comunicare meglio un comparto che, con i suoi tre miliardi e mezzo di fatturato a livello regionale, si conferma un pilastro dell’economia regionale. “C’è grande necessità di forza lavoro competente e preparata – commenta il sindaco di San Giovanni, Carlo Pali -. Serve quindi un lavoro di squadra: presenteremo una proposta nuova ragionando non con le logiche finora adottate, ma in un’ottica molto più inclusiva, che prevede il coinvolgimento delle imprese del territorio”. 

Bisogna insomma cambiare modalità d’azione affinché la scuola diventi davvero innovativa. “Ha senso che la struttura resti sul territorio – aggiunge Pali – perché è qui che c’è una storia e un know-how adatto a creare sinergie tra scuola, aziende e i distretti dell’arredo. Non solo legno, non solo mobili: oramai bisogna saper lavorare l’imbottito, la plastica, i metalli. La formazione tecnica consentirà di lavorare in svariati settori, offrendo ai giovani grandi opportunità. Il Comune sta facendo il suo per agevolare l’ingresso di nuovi studenti, dalle bici elettriche ai marciapiedi, ma da soli non possiamo farcela”.

“Come amministratori ci mettiamo a disposizione – gli fa eco il sindaco di Corno, Daniele Moschioni -, in accordo con le associazioni di categoria. Per il bene della scuola, dei ragazzi ma soprattutto delle aziende del territorio. Urge dare continuità, sennò si rischia di disperdere 100 anni di storia”. “Bisogna progettare percorsi innovativi tutti assieme e programmare il futuro – chiude il sindaco di Manzano Piero Furlani -. I nostri distretti vogliono lavorare, perciò è quanto mai necessario poter contare su una scuola competitiva che prepari i nostri figli”.