A Sappada le panchine diventano opere d’arte: il legno prende vita nel cuore del paese

Le panchine artistiche di Sappada.

Si è concluso domenica 6 luglio a Sappada il Simposio di Scultura “Panchine Artistiche”, un evento che ha visto dieci artisti dare vita a panchine uniche, trasformando semplici arredi urbani in vere e proprie opere d’arte. Le sculture sono state esposte in piazza Palù, accogliendo visitatori e residenti con una varietà di forme, storie e suggestioni legate al territorio e alla natura.

L’evento è stato anche occasione per ricordare Pierfrancesco Solero, noto scultore locale scomparso prematuramente nel 2018, promotore della scultura lignea nella comunità di Sappada. Durante la cerimonia conclusiva, il sindaco Alessandro De Zordo e il vicesindaco Silvio Fauner hanno ringraziato gli artisti, consegnando loro un riconoscimento simbolico, mentre il direttore artistico Avio De Lorenzo ha salutato la fine del percorso creativo con parole di soddisfazione.

Le panchine artistiche saranno presto collocate lungo la via centrale del paese, che dal 19 luglio al 31 agosto sarà parzialmente pedonalizzata per permettere a tutti di ammirare le opere in un’atmosfera di calma e cultura. Ogni panchina riflette la sensibilità e il linguaggio personale di chi l’ha scolpita, con temi che spaziano dalla natura alla cultura locale, passando per miti e leggende alpine.

Le panchine opere d’arte.

Andrea Gaspari ha portato un senso di leggerezza e meraviglia nella sua opera “La danza delle farfalle”. Con farfalle scolpite in volo e poggiate sulla seduta, ha trasformato la panchina in un inno alla natura e alla delicatezza del vivere, trasmettendo un senso di sospensione poetica. Gianluigi Zeni ha scelto come protagonista della sua panchina il castoro, animale simbolico e resiliente che popola le zone montane. La figura scolpita, compatta e dinamica, rappresenta la forza del costruire e del convivere con l’ambiente, con uno stile potente e immediato.

Leggende e tradizioni.

Andrea Caisutti si è ispirato alle leggende delle montagne friulane, raffigurando la figura misteriosa dell’Agane, spirito femminile delle acque e dei boschi. Nella sua panchina, tecnica e immaginario si intrecciano, creando un’opera che unisce l’artigianato alla narrazione popolare. Beppino Lorenzet ha realizzato una panchina fortemente radicata nella cultura locale, raffigurando le iconiche maschere del Carnevale del Comelico. Volti espressivi e scolpiti con energia emergono dal legno in un’opera viva, che celebra il folklore, l’identità e la memoria collettiva.

Corrado Clerici ha voluto dare forma a un mondo fiabesco, scolpendo uno gnomo tra le venature del legno. La sua panchina, giocosa e accogliente, trasporta chi la osserva in un’atmosfera sospesa tra realtà e fantasia, in cui la montagna diventa custode di racconti antichi. Hermann Plozzer ha scolpito un’aquila maestosa, regina dei cieli montani, che si innalza dalla struttura con slancio e potenza. La sua opera unisce forza e spiritualità, celebrando la libertà e la verticalità tipica del paesaggio alpino.

La montagna tra passione, natura, bellezza e rifugio.

Marco Pangrazio ha dato forma a una panchina dedicata alla passione per l’arrampicata. Gli strumenti dell’alpinismo – moschettoni, corde, ancoraggi – diventano elementi scultorei e simbolici, in un’opera che rende omaggio a chi vive la montagna come sfida e come casa. Rudy De Candido ha scolpito la figura possente di un lupo, animale selvatico e controverso che oggi torna ad abitare le nostre montagne. La panchina racconta la difficile ma possibile convivenza tra uomo e natura, tra paura e rispetto, tra istinto e presenza.

Stefano Comelli ha voluto lanciare un messaggio di consapevolezza con una panchina che parla del valore delle Terre Alte, rifugio e risorsa in un tempo di cambiamento climatico. La sua scultura è insieme denuncia e speranza, e afferma il ruolo centrale della montagna per il futuro dell’umanità.
Sara Andrich ha interpretato il paesaggio montano attraverso la luce: la sua panchina è un’evocazione dei colori del tramonto, con forme fluide e cromatismi caldi che richiamano il silenzio e la bellezza delle giornate che si chiudono sulle vette.