Ex Caffaro, nel futuro di Torviscosa un polo chimico o un parco fotovoltaico

Tavolo tecnico per definire il futuro di Torviscosa.

Il futuro di Torviscosa è nella realizzazione di un polo chimico-farmaceutico che dia continuità alla vocazione storica del sito, aprendo a nuovi investimenti in chiave di sostenibilità ambientale. Oppure un grande parco fotovoltaico.

Sono gli scenari ipotizzati dagli assessori regionali all’Ambiente, Fabio Scoccimarro, e alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, che stamani hanno partecipato al tavolo tecnico con la presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, il direttore del Cosef, Roberto Tomè e il sindaco del Comune di Torviscosa Roberto Fasan, per definire i prossimi passaggi giuridico-economici che possano portare in tempi brevi allo sblocco di alcune aree del polo industriale della Bassa friulana per favorire l’insediamento di nuove imprese.

“Mai come oggi abbiamo delle opportunità che possono dare attuazione alle politiche di sviluppo industriale del territorio” ha dichiarato Bini, specificando che “siamo di fronte ad un’area di oltre un milione di metri quadrati di superficie che storicamente ha dato tanto all’economia e su cui da oltre vent’anni si è creata una situazione molto complessa che vogliamo sbloccare. Ci sono diversi imprenditori interessati all’area in cui operano già dei protagonisti industriali rilevanti e anche la Regione c’è ed è al lavoro”.

La superficie oggetto di interesse si estende su un milione di metri quadrati, di cui 200 mila effettivamente disponibili, mentre i restanti sono occupati da ex discariche, oggetto di bonifica e inadatti ad ospitare capannoni o insediamenti produttivi.

Su quest’area, pertanto, si sta cercando una soluzione alternativa che potrebbe concretizzarsi nella realizzazione di un parco fotovoltaico, come ha spiegato Scoccimarro a margine del vertice. “Quella superficie – ha detto – può diventare un polo industriale di riferimento non solo per l’Italia ma per l’Europa, cui può aggiungersi, su terreni occupati per circa 700mila metri quadri da ex discariche, un impianto che produca energia da fonte rinnovabile e costituisca un ulteriore valore aggiunto per le imprese insediate. Già nei prossimi mesi la Regione conta di dare concretezza alle varie ipotesi emerse e avviare un lotto di bonifiche importante” ha concluso Scoccimarro.

L’amministrazione regionale punta ora ad ottenere la proroga dei termini di utilizzo dei 48 milioni di euro messi a disposizione dal ministero dell’Ambiente per la bonifica e la riconversione del Sito di interesse nazionale. Fondi che la stessa Regione può utilizzare in forza dell’Accordo di programma sottoscritto lo scorso ottobre.

“La tutela del verde in ambito urbano è uno dei campi d’azione di Legambiente in Friuli Venezia Giulia e dei suoi circoli – ha dichiarato Sandro Cargnelutti, presidente di Legambiente Fvg –. I servizi che il verde offre sono importantissimi per la nostra qualità di vita e averne cura è qualcosa che va imparato fin da piccoli. Per questo la tutela dell’ambiente e l’educazione ambientale sono imprescindibili l’una dall’altra e iniziative come questa, che coniugano questi due aspetti, sono molto apprezzate”.