Un patto per valorizzare il tumulo funerario di Sant’Osvaldo di 4mila anni fa

Accordo per fruizione e studio del monumento protostorico di Udine.

La valorizzazione, fruizione e manutenzione del tumulo funerario protostorico di Sant’Osvaldo a Udine, risalente a circa quattromila anni fa, sono l’obiettivo di una convenzione quinquennale tra Ateneo friulano, Segretariato regionale del Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo per il Friuli Venezia Giulia e Comune di Udine.

Il protocollo d’intesa è stato firmato dal rettore dell’Università, Roberto Pinton, dal direttore del Segretariato regionale, Roberto Cassanelli, e dal sindaco, Pietro Fontanini.

Scopo dell’accordo è valorizzare il tumulo funerario protostorico rinvenuto nel quartiere del capoluogo friulano e risalente a circa 4.000 anni fa, favorendone la manutenzione e la fruizione. “I partner – comunica l’ateneo friulano – si impegnano a collaborare per mettere a punto progetti didattico-divulgativi rivolti a studenti e studiosi, ma anche a un pubblico più vasto e alla cittadinanza, formare operatori dedicati ad attività di educazione al patrimonio archeologico, realizzare prodotti editoriali divulgativo-didattici per le scuole”.

La tomba di Sant’Osvaldo è un’altura artificiale in terra e ghiaia del diametro di circa 26 metri e un’altezza di 4, innalzata al di sopra di una calotta emisferica in ciottoli, che ospitava la camera funeraria in legno. Fu realizzata intorno al 2000-1900 a. C per seppellire un uomo giovane e robusto di 25-35 anni. Il sito è stato esplorato tra il 2000 e il 2002 dal gruppo di ricerca per la protostoria, diretto da Paola Càssola Guida del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Ateneo friulano. Allo scavo archeologico è seguito il ripristino dell’antico monumento e tra il 2010 e il 2011 sono stati effettuati lavori di restauro e musealizzazione del sito.

“Grazie a questa preziosa collaborazione – ha spiegato il rettore dell’ateneo friulano, Roberto Pinton – il tumulo di Sant’Osvaldo potrà diventare a tutti gli effetti un patrimonio pubblico condiviso a disposizione di tutti e una preziosa risorsa per il turismo culturale di Udine e di tutto il Friuli Venezia Giulia”. Concordi il direttore del Segretariato, Roberto Cassanelli, e la soprintendente, Simonetta Bonomi, perché l’obiettivo di tutelare e valorizzare al meglio questo eccezionale sito archeologico protostorico rientra pienamente nei compiti che i rispettivi enti sono chiamati a svolgere sul territorio regionale.