Udine perde un pezzo della sua storia: addio a Feula, fondatore della Mofert

La morte di Beniamino Feula a Udine.

Era diventato un punto di riferimento per quanti amavano l’elettronica, dimostrandosi anche un pioniere del settore. Con la sua Mofert, per quarant’anni, è stato un pezzo di storia di Udine.

La città oggi piange Beniamino Feula, per tutti Ennio, scomparso a 84 anni. Era malato da tempo. Originario di Fondi, in provincia di Latina, era arrivato in Friuli negli anni Sessanta. Qui, con tanta determinazione, aveva aperto, assieme al socio Fernando Morvile, la Mofert. La sua passione e la capacità, ben presto, hanno consentito all’azienda di svilupparsi.

Dal primo negozio di elettronica in viale Europa Unita, Feula ne aveva poi aperti altri quattro in città. Il secondo era specializzato in Vhs, televisioni e telecamere, per poi avviarne un terzo incentrato sui ricetrasmettitori per casa e “baracchini” per radioamatori. Una quarta attività si occupava di installazione e vendita di autoradio, mentre la quinta era specializzata in personal computer. “Eravamo una delle più grosse realtà del Nord Italia, vendevamo un migliaio di computer all’anno” ricorda Piero Faraci, al fianco di Feula per 27 anni.

Nel 2007 la Mofert aveva abbassato definitivamente le serrande e con la sua chiusura è venuto meno un grande pezzo di storia cittadina. Feula, nel frattempo, ha continuato ad appassionarsi di elettronica, sviluppando anche i siti internet da solo, godendosi anche la famiglia, formata dalla moglie Adriana e dai figli Massimo e Marina.

Toccante il ricordo dell’amico. “Per me è stato un piacere e un onore lavorare con lui, mi ha insegnato tutto, anche come rapportarmi con i clienti con la necessaria professionalità – conclude Faraci -. Non è stato soltanto un capo, ma soprattutto un amico: con lui ho festeggiato il mio addio al celibato. Per il mio matrimonio mi aveva invitato a scegliere la tv a colori più bella, che allora costava parecchio, perché era una persona generosa. Ennio, oltre a essere di compagnia, aveva un gran cuore: ha aiutato tanti in silenzio. Se poteva, una mano la dava sempre, senza pretendere nulla in cambio”.

L’esterno della Mofert