Agenzia spaziale e Università di Udine insieme per studiare gli effetti della microgravità

Lo studio Bed Rest per capire effetti della microgravità sul corpo umano.

Utilizzare dei volontari allettati, per periodi variabili da alcuni giorni ad alcune settimane, per valutare gli effetti dell’inattività fisica e dell’attenuazione delle risposte fisiologiche alla gravità (“microgravità”) sui principali organi e sistemi dell’organismo umano. È l’idea alla base degli studi di “bed rest” (“riposo a letto”) al centro dell’interesse delle agenzie spaziali (per le applicazioni al volo umano nello spazio), tra cui l’Agenzia spaziale italiana (Asi), e dei ricercatori che si interessano degli effetti dell’inattività fisica sulla salute dell’uomo.

A una serie di studi di “bed rest” partecipa da anni anche un gruppo di fisiologi del Dipartimento di Medicina dell’Università di Udine, coordinato da Bruno Grassi e Lucrezia Zuccarelli. Il filone di ricerca segue le orme degli studi condotti in passato nel settore della “fisiologia spaziale” dal fondatore del gruppo di ricerca, Pietro Enrico di Prampero.

“L’ambiente di microgravità, e in futuro l’ipogravità della Luna e di Marte – spiega il professor Bruno Grassi, ordinario di Fisiologia all’Ateneo friulano –, è la condizione alla quale l’uomo è esposto durante i voli spaziali, mentre la riduzione del livello di attività fisica caratterizza, sempre più frequentemente, condizioni tipiche della vita sulla Terra come l’invecchiamento, malattie, ricoveri in ospedale, o semplicemente la vita sempre più sedentaria della popolazione”.

La ricerca.

Attualmente, a una ricerca sul “bed rest” organizzata dall’Asi, partecipa anche l’Università di Udine. Lo studio, della durata di 21 giorni, condotto su 21 individui di sesso maschile e femminile, è in corso all’Ospedale Generale di Isola, in Slovenia, nell’ambito del programma di ricerca “Science for bed rest”. L’Asi ha affidato al Centro di ricerche scientifiche (Zrs) di Capodistria, in partenariato con l’Ospedale Generale di Isola, i servizi di supporto (sanitario, clinico e amministrativo) per la realizzazione della campagna di ricerca, condotta in collaborazione con il personale tecnico dell’Asi. Al programma partecipano sette gruppi di ricerca italiani – tra i quali, oltre a quello dell’Ateneo friulano, anche quelli delle Università di Trieste e di Padova –, che studiano diverse funzioni dell’organismo umano, comprendenti quella cardiovascolare e metabolica, del muscolo scheletrico, del sistema immunitario, dell’osso, del sistema nervoso centrale e periferico.

Il gruppo di ricerca dell’Ateneo friulano studia, in particolare, la capacità di esercizio fisico, il metabolismo ossidativo del muscolo, la funzione dell’endotelio e dei piccoli vasi, la funzione respiratoria dei mitocondri muscolari.

I primi effetti osservati.

“Il metabolismo ossidativo soffre con il bed rest – sottolinea Grassi –, sia per quanto riguarda la funzione cardiovascolare sia per quanto riguarda la funzione “microvascolare”, cioè dei piccoli vasi. Su quest’ultima funzione un allettamento di alcuni giorni, in soggetti giovani, sembra avere effetti negativi simili a quelli che si accumulano nell’arco di alcuni decenni di invecchiamento. La funzione di respirazione dei mitocondri sembra essere invece più preservata, per lo meno durante periodi di allettamento relativamente brevi. Nel soggetto allettato la respirazione mitocondriale a riposo sembra rallentare, in maniera simile, anche se in misura molto minore, rispetto a quanto descritto negli animali che vanno in letargo. Capire i meccanismi responsabili di queste alterazioni, identificare dei test per individuarle e quantificarle, definire la loro reversibilità e le conseguenze sulle condizioni di salute rappresentano i principali obiettivi delle nostre ricerche”.

Oltre al professor Grassi, che lo coordina, il team è composto, fra gli altri, dalla ricercatrice Lucrezia Zuccarelli e dagli assegnisti di ricerca Giovanni Baldassarre e Paulo Cesar do Nascimento Salvador. (sg)