Dopo tre giornate intense, Il festival Collega-menti 2025 si chiude lasciando una traccia viva nel centro storico di Udine: un “laboratorio diffuso” che ha messo in relazione cittadini, ricercatori, esperti e istituzioni attorno al tema dell’abitare in tutte le sue declinazioni.
Con 66 eventi tra incontri, mostre, laboratori e workshop, e oltre 120 ospiti, il festival dell’università di Udine, curato da Barbara Gallavotti, ha replicato la formula di una conoscenza condivisa, portando le sue idee fuori dalle aule e dentro la città. L’ex Chiesa di San Francesco si è trasformata in un cuore pulsante del festival, con le sue 24 “vetrine della ricerca” che hanno ospitato studi su scienza, tecnologia, ambiente, archeologia e innovazione. Le installazioni interattive, le dimostrazioni e i percorsi digitali hanno permesso a chiunque – giovani, famiglie, appassionati – di toccare con mano il lavoro dell’Ateneo. Grande successo dei laboratori, molti dei quali sono andati sold out, con oltre 650 partecipanti, tra adulti e bambini (tra i più gettonati quelli sull’intelligenza artificiale generativa, ma anche sui manoscritti medievali, il mondo degli oli essenziali attraverso la distillazione, la clinical escape room e Aquileia accessibile). Più di 300 persone hanno affollato il teatro Palamostre per lo spettacolo teatrale sull’Intelligenza Artificiale interpretato da Barbara Gallavotti.
Oltre duemila visitatori alla mostra fotografica “Le Forme della Città” di Gabriele Basilico, allestita alla Galleria Tina Modotti di Udine, che resterà aperta anche dopo il festival fino al 12 ottobre, con orario 10-12 e 15-17.
Nel corso del festival sono emersi temi ricorrenti e fondamentali: la centralità dello spazio pubblico, la qualità della mobilità, la ricerca di un immaginario urbano fondato sulla specificità locale e la sfida della giustizia ambientale e sociale. Questi filoni di pensiero sono stati tessuti insieme nei dibattiti tra architetti, urbanisti, filosofi, medici e molti altri esperti, offrendo spunti articolati e stimolanti per il futuro della città.
L’ultima giornata.
L’ultimo giorno, con il dialogo “Città del cuore”, il festival ha concluso il percorso sottolineando il legame profondo che ciascuno di noi ha con i luoghi in cui vive. Non solo spazi fisici, ma dimensioni simboliche e affettive che plasmano l’identità collettiva e individuale. In definitiva, Collega-menti 2025 ha dimostrato che il tema dell’abitare può diventare una lente preziosa per esaminare molte altre questioni: mobilità, sostenibilità, memoria, tecnologia, relazioni sociali. Ha agito come catalizzatore culturale, offrendo occasioni di confronto e connessione tra le discipline e tra città e università. L’auspicio, come ha sottolineato il rettore Angelo Montanari, è che queste conversazioni non si esauriscano con la chiusura del festival, ma continuino a nutrire il dialogo – nell’Università, nella cittadinanza, nell’affrontare insieme le sfide delle città del futuro