Il Comune di Udine punta a chiudere definitivamente il centro di accoglienza per minori di viale XXIII Marzo

Il Comune di Udine valuta le modalità per la chiusura del centro di accoglienza per minori non accompagnati di viale XXIII Marzo.

Il comune di Udine vuole chiudere definitivamente il centro di accoglienza per minori non accompagnati di viale XXIII Marzo. A confermarlo è stato il sindaco Alberto Felice De Toni spiegando che a Palazzo d’Aronco stanno ora valutando le modalità corrette per intervenire.

“Abbiamo cercato in tutti i modi un accordo con la cooperativa Aedis Onlus che si occupa dell’accoglienza dei minori non accompagnanti nella struttura di viale XXIII Marzo – spiega il sindaco De Toni. Gli accordi presi prevedevano che entro il 25 settembre la struttura venisse svuotata e che i minori venissero trasferiti. Il Comune di Udine ha preso in carico i minori di propria competenza provvedendo a ricollocarli presso altre cooperative entro la data condivisa”. 

“Prendiamo atto che ad oggi Aedis non ha adempiuto a chiudere la struttura di Udine, in cui al momento si trovano ancora 19 minori affidati alla comunità da altri comuni – continua il primo cittadino – . Non potendo risolvere in maniera consensuale il rapporto, ci troviamo costretti ad agire in maniera diversa. Stiamo valutando le corrette modalità per la chiusura definitiva della struttura. La cooperativa ha dimostrato di non essere in grado di gestire la struttura e i minori affidati. Per tutelare i cittadini udinesi e gli stessi minori dobbiamo agire di conseguenza”. 

“Approfitto di questa occasione per rivolgere un appello che espliciterò alla prossima riunione ANCI ad ottobre: un tema complesso come quello della gestione dei migranti non può essere gestito da una moltitudine di enti a sé stanti. È necessaria l’individuazione di una fonte di coordinamento di tutto il processo, anche tramite un ente dedicato, dall’arrivo dei migranti sul nostro territorio fino alla loro formazione, introduzione al mondo del lavoro e inclusione nella nostra società”. 

“Io sono solo un sindaco di un Comune, uno degli anelli di questa catena di gestione dei flussi migratori, ma noi sindaci siamo i primi a subire l’impatto notevole sul territorio di un approccio non coordinato. Porterò all’assemblea nazionale dell’ANCI, il 24 e 25 ottobre questo tema affinché la voce di noi sindaci venga presa in considerazione nelle agende nazionali“.