La pagella del centrodestra alla giunta De Toni: tanti 2 e una sola sufficienza

Il centrodestra boccia la giunta De Toni.

Come già fatto un anno fa, il centrodestra in Consiglio comunale ha deciso di esprimere un giudizio sui primi due anni di amministrazione della giunta guidata dal sindaco Alberto De Toni. La capogruppo della Lega, Francesca Laudicina, lo ha fatto in particolare con una “pagella” che assegna voti ai singoli assessori, sottolineando criticità e insufficienze diffuse.

Il giudizio complessivo? “Date le valutazioni del tutto insufficienti abbiamo compreso che a Udine non abbiamo un sindaco ma – utilizzando un linguaggio un po’ colorito e in senso figurato – un piazzista, cioè uno che ti promette molto, che ti convince con abili parole ma spesso ti offre prodotti di dubbio valore”.

Le pagelle della Laudicina alla giunta De Toni.

De Toni sotto accusa: “Usa il Comune come trampolino”
A De Toni, la capogruppo leghista attribuisce un 3: “Appare sempre più evidente che vuole utilizzare la carica di Sindaco, per interessi personali e come trampolino di lancio. Ci ha provato col quadrifoglio e gli è andata male. Ora ci sta provando con l’Anci con un tentativo di protocollo d’intesa che ammicca al 3^ polo, andando a Roma a manifestare “orgogliosamente” per l’Europa, nel frattempo non si preoccupa minimamente di Udine che lascia alle diverse “bande” rappresentate dai suoi assessori completamente eterogenei. Per rimanere in ambito biblico, dunque, dall’Arca di Noè costruita per la salvezza alla Torre di Babele, basata sulla superbia dei singoli impegnati solo a farsi un nome piuttosto che per il bene della città. Sappiamo però come è finita”.

I voti agli assessori: sufficienze rare

Il più criticato è Alessandro Venanzi (voto 2), accusato di curare più la propria immagine che i problemi reali della città, come il declino del commercio in centro. Voto 2 per lui e anche per Stefano Gasparin (Salute), giudicato “assessore part-time”, incapace di gestire situazioni delicate come gli ambulatori di quartiere e la sicurezza legata ai minori stranieri.

Stessa insufficienza per Gea Arcella (Patrimonio), Eleonora Meloni (Ambiente) e Ivano Marchiol (Lavori Pubblici), criticati rispettivamente per la gestione degli immobili comunali, per l’inerzia ambientale e per una viabilità definita “ideologica” e dannosa per il commercio.

Bocciatura anche per Rosi Toffano (voto 4), travolta dalle difficoltà nei quartieri e nel contrasto al degrado urbano, e per Andrea Zini (voto 4,5), ritenuto troppo timoroso nella gestione di edilizia privata e pianificazione. Federico Pirone, assessore alla Cultura, si aggiudica un 5-, accusato di lavorare “dietro le quinte” senza rilanciare la città a livello culturale, in contrasto con i successi di città vicine come Gorizia e Pordenone.

L’unica sufficienza: Chiara Dazzan

L’unico voto sufficiente è stato assegnato a Chiara Dazzan (voto 6), assessora allo Sport, premiata per l’impegno in un settore giudicato relativamente stabile e senza particolari criticità.