Udine ricorda Basaglia, la cerimonia all’ex manicomio di Sant’Osvaldo

La cerimonia all’ex manicomio di Udine per il centenario della nascita di Basaglia.

A cent’anni dalla sua nascita, sono state diverse le cerimonie che hanno ricordato la straordinaria figura di Franco Basaglia, l’uomo che fece chiudere i manicomi; e proprio all’ex manicomio di Udine, per la precisione nel parco di Sant’Osvaldo, sono state tantissime le persone che si sono ritrovate per festeggiare il suo compleanno, con una camminata al termine della quale tutti e tutte insieme hanno composto un grande 100 umano sul prato vicino al chiosco.

Nel cuore del Parco di Sant’Osvaldo, un’iniziativa unica per celebrare il compleanno di Basaglia, figura fondamentale nel campo della salute mentale. L’invito è stato rivolto a tutti gli abitanti, amici, e amiche del Parco e la risposta è stata accolta con entusiasmo. Partecipata la camminata accompagnata dall’evocativo suono della fisarmonica. Un evento non è stato solo occasione preziosa per mantenere viva la memoria dello psichiatra veneziano, ma anche per dare il via a un anno ricco di festeggiamenti e riflessioni, celebrando il lascito di Basaglia e il suo importante contributo alla vita di tante persone, e l’impronta indelebile nel campo della salute mentale che ha lasciato.

Quel “100 umano” composto nel prato è stato un gesto simbolico, seguito da un momento di condivisione dove ognuno ha potuto raccontare come si riflette il pensiero basagliano nella propria vita quotidiana.

Sono intervenuti il direttore del Dsm di Udine Marco Bertoli, l’assessore comunale Chiara Dazzan, la presidente di Legacoop Fvg Michela Vogrig, il consigliere regionale Furio Honsell (già sindaco di Udine), il presidente di Itaca Paolo Castagna.

“Franco Basaglia è stato un uomo saldo e ha seguito convintamente le sue idee rivoluzionarie, anche quando queste hanno portato forti critiche all’interno del suo stesso ambiente – ha commentato Dazzan -. Ha coraggiosamente scelto di stare dalla parte dei diritti umani e dell’uguaglianza, compiendo il primo passo verso una responsabilizzazione collettiva nei confronti della salute mentale. Grazie alla riforma che porta il suo nome, l’Italia, primo Paese al mondo, ha abolito gli ospedali psichiatrici e ha aperto una strada più dignitosa per affrontare la malattia mentale. Grazie a Basaglia hanno iniziato a sgretolarsi i muri del pregiudizio ed è iniziata una nuova lotta all’isolamento delle persone”.

“Ci ha insegnato che la follia è un fenomeno umano naturale tanto quanto la ragione. Non è una condizione da mettere in contrapposizione con la salute, isolandola per controllarla, ma l’espressione di una sofferenza di cui bisogna aver cura e che deve trovare l’appoggio di un sistema comunitario”.