In 5 anni, il Friuli avrà bisogno di 75mila lavoratori: due i settori che ne cercano di più

La richiesta di lavoratori in Friuli.

Ammontano a più di 75mila i lavoratori di cui il Friuli Venezia Giulia avrà bisogno da qui al 2028 e le richieste si concentrano in particolare in due settori. A fare il quadro della situazione è la stima del rapporto periodico Excelsior Unioncamere tarata sul prossimo quinquennio e calata nel contesto della nostra regione dal Centro Studi della Camera di Commercio Pordenone-Udine.

Su un fabbisogno totale di 75.100 figure professionali attese in ingresso nel mondo del lavoro, le professioni che saranno più richieste in Fvg si concentrano soprattutto fra le professioni qualificate nelle attività commerciali e dei servizi (15mila figure in ingresso come fabbisogno assoluto), di cui 4.800 solo nelle attività ricettive e della ristorazione e 4.700 in quelle commerciali, nonché nelle professioni tecniche (14.300), con particolare riguardo alle scienze della salute e della vita (4.900), e ancora fra gli specialisti della formazione e della ricerca (6.100). Tanta richiesta anche di addetti alle funzioni di segreteria (6.500 figure richieste tra il 2024 e il 2028) e fra le professioni non qualificate nel commercio e nei servizi (6.100).

Il fabbisogno totale del quinquennio somma la cosiddetta expansion demand, che è di 7mila unità ed è la componente che evidenzia gli andamenti relativi alle richieste del mercato, e la replacement demand, cioè la componente legata invece direttamente al turnover dei lavoratori (cioè per sostituire quelli che andranno in quiescenza) di 68mila unità, dunque di gran lunga prevalente.

L’ufficio statistica camerale ha anche evidenziato che, in regione, le figure professionali di alto profilo (dirigenti, professioni ad alta specializzazione, professioni tecniche) sarà pari a circa 29.300 unità, il 39% del totale; impiegati e professioni commerciali e dei servizi copriranno il 35% del fabbisogno complessivo, per un ammontare di 26.500 lavoratori, mentre il fabbisogno stimato degli operai specializzati e dei conduttori di impianti si attesterà intorno alle 12.100 unità pari al 16% del totale.

“I dati sul quinquennio sono ovviamente solo una stima – ha commentato il presidente Cciaa Pn-Ud Giovanni Da Pozzo – ma ci aiutano comunque ad avere il senso delle aspettative di medio periodo delle imprese. Interessante notare come i servizi, nell’accezione più ampia e variegata, siano il settore con maggior fabbisogno di personale nel prossimo futuro”.

Il 38% del fabbisogno riguarderà personale in possesso di una formazione terziaria, e il 49,6% lavoratori con una formazione secondaria di secondo grado, cioè un diploma liceale (3mila unità), un diploma tecnico-professionale (20mila unità) o una qualifica di formazione o diploma professionale (14mila unità).