Piccolo bar e Zecchini, esposto in Procura sulle concessioni

L’esposto presentato in Procura a Udine.

Un esposto in Procura sul bando per la concessione del Piccolo bar e del bar Zecchini di Udine. Ma anche una segnalazione formale inviata alla Soprintendenza, alla Corte dei Conti e all’Autorità nazionale anticorruzione con la richiesta di approfondimenti per quanto di loro competenza. L’accidentata procedura per l’affidamento dei due storici locali cittadini di proprietà del Comune, tra ricorsi al Tar e riassegnazioni, si arricchisce di una nuova sfaccettatura. Una serie di documenti fatti arrivare sul tavolo degli uffici giudiziari in cui si chiede di accendere un faro su una serie di aspetti relativi al bando, che ha visto l’assegnazione del Piccolo bar di via Rialto, ovvero sotto i portici del Municipio, e quello che ha portato, al momento, solo alla mancata apertura dello Zecchini di via Stringher, alias fronte piazza XX Settembre.

Nell’esposto, corredato di tutti gli allegati, si chiede alla Soprintendenza se le opere di ristrutturazione fatte all’interno del Piccolo bar, tra cui alcuni interventi di cartongesso e su un pilastro, siano stati autorizzati preventivamente. Alla Corte dei Conti viene chiesto se siano corretti gli interventi di ristrutturazione che sono stati fatti e le modalità di rimborso delle spese previste, in quanto, secondo la documentazione presentata all’attenzione dei magistrati, alcuni non rientrerebbero nel bando.

Infine, all’Anac si domanda se sia corretta l’attribuzione del punteggio previsto dal bando stesso del Comune, dove all’offerta economica veniva data maggiore rilevanza per l’assegnazione del locale, diversamente da quanto previsto dal regolamento specifico su questo tema. Si chiede, inoltre, all’autorità di verificare il corretto deposito delle offerte presentate per la gestione, in quanto una sarebbe stata aperta sei giorni dopo rispetto alle altre. Spetterà alla Procura ora l’onere di approfondire i fatti insieme agli altri organi in una vicenda che rischia di essere l’ennesimo intoppo nella travagliata procedura di affidamento degli storici locali di Udine.