L’Università di Udine ha un nuovo direttore generale dopo 12 anni

Gabriele Rizzetto nuovo direttore generale dell’Università di Udine.

L’Università di Udine ha un nuovo direttore generale: è Gabriele Rizzetto, 52 anni, nominato dal Consiglio di amministrazione su proposta del rettore Roberto Pinton. Rizzetto prenderà servizio a gennaio 2026 e resterà in carica per un mandato di tre anni.

Originario della Lombardia ma di adozione veneta, Rizzetto vanta una solida esperienza di 25 anni nel settore universitario. Attualmente ricopre il ruolo di direttore generale all’Università Ca’ Foscari di Venezia dal gennaio 2021. In precedenza, è stato per otto anni segretario generale della Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste. Nel suo percorso professionale ha lavorato anche all’Università di Padova, al Politecnico di Milano e all’Università Iuav di Venezia. Ha una laurea in Economia aziendale conseguita all’Università Ca’ Foscari e un master in Management dell’università e della ricerca al Politecnico di Milano.

La nomina di Rizzetto arriva al termine di un processo selettivo che ha visto 37 candidati presentare domanda. Di questi, 14 sono stati ammessi alla prima fase, mentre solo cinque hanno sostenuto il colloquio orale. La commissione di valutazione ha selezionato tre nominativi per il colloquio finale con il rettore, come previsto dal regolamento, per individuare il candidato più idoneo.

Gabriele Rizzetto succede a Massimo Di Silverio, che ha ricoperto il ruolo per 12 anni, e a Fabio Romanelli, dirigente dell’Ateneo che ha temporaneamente ricoperto l’incarico. “Le esperienze professionali e la preparazione dimostrate dal dottor Rizzetto – ha dichiarato il rettore Roberto Pinton – confermano una sua approfondita conoscenza del sistema universitario e della collocazione del nostro Ateneo nel contesto accademico italiano. Sono fiducioso che il dottor Rizzetto saprà affrontare con competenza e realismo gli aspetti manageriali connessi al ruolo di direttore generale, di individuare le peculiarità della nostra università e di prospettarne possibili valorizzazioni all’interno di una coerente visione strategica”.