Molla il lavoro per riprendere gli studi e vuole che il papà lo mantenga di nuovo

Ha chiesto il mantenimento al padre.

Dopo tre anni di lavoro si è licenziato e ha deciso di riprendere gli studi per completarli: un buon proposito, solo che per metterlo in pratica ha portato il padre in Tribunale per avere di nuovo da lui il mantenimento che aveva perso (secondo quanto stabilito dalla sentenza di divorzio tra i genitori) perché già diventato economicamente indipendente.

E il Tribunale di Udine gli ha detto no. Il ragazzo, un 19enne, aveva infatti lasciato la scuola anni fa, cercando la sua strada nel mondo del lavoro: la prima occupazione come carpentiere, a 1600 euro al mese, gliel’aveva trovata tra l’altro proprio il padre, artigiano vicino alla pensione; il giovane poi aveva deciso di cambiare, trovandosi un altro posto.

Alla fine, il 19enne ha scelto di lasciare anche quello per riprendere il percorso scolastico interrotto, tra l’altro non frequentando corsi serali, ma in un istituto privato. Sulla base di questo presupposto ha chiesto al padre i soldi per mantenersi, 300 euro al mese. Il papà, tra l’altro, versa già 400 euro mensili all’altra figlia.

Il giudice, invece, ha deliberato che, anche se l’obbligo di mantenimento dei genitori può continuare oltre la maggiore età, perdura solo fino a quando i figli non sono in grado di provvedere alle loro esigenze e che l’abbandono del lavoro, anche se per motivi di studio, non può far risorgere un obbligo per cui erano già venuti meno i presupposti.