Impressionismo e modernità, la nuova grande mostra a Udine.
Udine si prepara a diventare uno dei poli culturali più rilevanti dell’anno con la mostra “Impressionismo e modernità. Monet, Van Gogh, Picasso, Kandinsky, Magritte”, che dal 30 gennaio al 30 agosto 2026 porterà a Casa Cavazzini 91 opere dei più celebri protagonisti dell’arte moderna europea. I capolavori arrivano dal Kunst Museum di Winterthur, una delle collezioni più significative della Svizzera.
L’esposizione – curata da David Schmidhauser, capo curatore del museo elvetico, e da Vania Gransinigh, direttrice di Casa Cavazzini – è promossa da PromoTurismoFVG, Comune di Udine e MondoMostre.
Konrad Bitterli, direttore del Kunst Museum di Winterthur, ha espresso “grande soddisfazione per la possibilità di presentare in Italia opere del modernismo classico che rappresentano l’eccellenza del nostro museo. Questi capolavori sono veri ambasciatori della nostra identità culturale”.
Il curatore David Schmidhauser ha infine ricordato la qualità della collezione: “La nostra è una raccolta ricchissima, non solo per i nomi noti come Van Gogh, Monet o Mondrian, ma anche per i nuclei dedicati a movimenti come il post-impressionismo o l’astrattismo. Raccontiamo una storia di coraggio: quello degli artisti e quello dei collezionisti che hanno sostenuto la forza innovativa dell’arte moderna”.
Il percorso della mostra di Udine.
Impressionismo e post-Impressionismo.
Una nuova sensibilità per la luce, il colore e il movimento. L’arte cerca di cogliere il dinamismo della realtà visibile, abbandonando le convenzioni accademiche. Nel XIX secolo, mentre la pittura accademica dominava ancora le sale dei musei, alcuni collezionisti iniziarono a sostenere artisti che sfidano le convenzioni, catturando la realtà̀ attraverso luce e colore. Le opere di Vincent Van Gogh, Claude Monet, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Maurice Denis e Pierre Bonnard, testimoniano questa rivoluzione visiva e il coraggio di chi scelse di investire in un’arte allora controversa.
Opere principali in mostra.
Claude Monet, Belle-Île, coucher du soleil, 1886
Camille Pissarro, Le Boulevard Montmartre, mardi gras, soleil couchant, 1897
Pierre Bonnard, L’abat-jour orangé, 1908
Vincent van Gogh, Joseph Roulin, 1888
Il Cubismo e la rivoluzione della forma.
Nei primi decenni del Novecento, il gusto dei collezionisti iniziò spostarsi verso un nuovo movimento che avrebbe cambiato per sempre il linguaggio dell’arte: il cubismo. Artisti come Georges Braque, Pablo Picasso, Juan Gris e Fernand Léger smantellano la prospettiva tradizionale, scomponendo la realtà in forme geometriche e sperimentando nuovi modi di rappresentare lo spazio.
Opere principali in mostra.
Georges Braque, La bouteille de Champagne, 1912
Juan Gris, Pierrot, 1919
Pablo Picasso, Bouteille et raisins, 1922
Fernand Léger, Les deux femmes et la nature morte (1er état), 1920
Dall’astrazione alla sintesi tra arte e spazio.
Se il cubismo aveva ancora un legame con la realtà̀ visibile, gli artisti astrattisti decisero di rompere completamente con la rappresentazione. Le opere di Piet Mondrian, Theo van Doesburg e Wassily Kandinsky testimoniano questa radicale trasformazione, in cui la pittura diventa un sistema di segni e colori indipendente dal mondo naturale.
Il collezionismo, in questa fase, diventa un vero e proprio sostegno ideologico: i mecenati non acquistano solo opere, ma finanziano un’idea, credendo nella possibilità̀ di un’arte completamente nuova e rivoluzionaria.
Opere principali in mostra:
Piet Mondrian, Composition A, 1932
Theo van Doesburg, Composition arithmétique, 1929–30
Hans Arp, Concrétion humaine oder Coquille se dénouant, 1936
Fritz Glarner, Relational Painting #68, 1954
Sophie Taeuber-Arp, Plans profilés en courbes, 1935
Surrealismo e il sogno della materia.
Con il surrealismo, l’arte si apre ai sogni, all’inconscio e al caso. I collezionisti più̀ audaci non si accontentano più̀ di estetiche equilibrate, ma cercano opere che li mettano di fronte all’ignoto.
Opere principali in mostra:
René Magritte, Le monde perdu, 1928
Max Ernst, Fleurs-écaille, ca. 1928
Yves Tanguy, La tour de l’ouest, 1931
Paul Klee, Blühendes / Blühender Baum, 1934
Giorgio de Chirico, Autoritratto con la tavolozza, 1924
Il museo e la sua collezione
Il Kunst Museum di Winterthur è stato tra i primi in Europa a sostenere l’impressionismo, quando ancora era rifiutato dalle grandi istituzioni. Grazie al contributo di collezionisti privati e donazioni, la collezione si è ampliata includendo le avanguardie del Novecento, rendendo Winterthur un punto di riferimento per l’arte moderna. L’esposizione a Udine rappresenta un’opportunità rara per il pubblico italiano di accedere a opere normalmente custodite in Svizzera.
Le parole dei protagonisti.
Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha definito la mostra “perfettamente coerente con il percorso di valorizzazione culturale intrapreso dalla Regione”, ricordando i riconoscimenti ottenuti dal territorio: “La Regione sta investendo con convinzione in eventi di alto profilo culturale, come dimostrano GO! 2025 e la recente nomina di Pordenone a Capitale italiana della Cultura 2027. Siamo orgogliosi che il Friuli Venezia Giulia sia oggi sinonimo di eventi memorabili che rafforzano l’immagine della nostra terra a livello nazionale e internazionale”.
Sulla stessa linea l’assessore regionale alle Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini, che sottolinea la portata strategica dell’investimento nelle grandi mostre: “Udine ospiterà capolavori di rilevanza mondiale. Un’iniziativa che conferma la nuova vocazione del Friuli Venezia Giulia come punto d’incontro per grandi eventi culturali, musicali e sportivi. In collaborazione con gli operatori turistici locali, svilupperemo offerte specifiche per incrementare l’incoming e valorizzare il capoluogo”.
Un’opportunità per Udine.
Il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, parla di “un passaggio importante per la città nel panorama culturale europeo”, elogiando la capacità di Udine di costruire legami solidi con istituzioni museali internazionali. “Questa mostra rafforza il ruolo di Udine come punto di riferimento per l’arte moderna e contemporanea. Sarà anche un’occasione concreta per attrarre nuovi flussi turistici qualificati e promuovere la crescita del territorio”.
Anche l’assessore comunale alla Cultura, Federico Pirone, pone l’accento sul valore della mostra per il tessuto culturale locale: “Con questo progetto portiamo a Udine un’esposizione di alto profilo, costruita con cura e coerenza. Il coinvolgimento diretto dei Civici Musei attraverso la co-curatela di Vania Gransinigh rafforza il ruolo del museo non solo come contenitore, ma come motore culturale della città e del territorio. La mostra saprà parlare a tutti, dai più piccoli agli appassionati d’arte”.
Per Simone Todorow di San Giorgio, amministratore delegato di MondoMostre, si tratta di un’occasione unica: “Siamo orgogliosi di contribuire a un progetto che unisce qualità scientifica e apertura al pubblico. Udine si conferma una città recettiva e pronta ad accogliere eventi culturali di respiro europeo”.