In linea coi principi di giustizia riparativa.
Un luogo di ascolto, reinserimento e ricucitura sociale: a Udine prende vita il nuovo hub sperimentale multiservizio di giustizia di comunità, realizzato negli spazi concessi dall’Università alla Caritas diocesana, capofila del progetto. L’obiettivo è duplice: sostenere le vittime di reato e accompagnare chi ha intrapreso percorsi penali in cammini di inclusione sociale e lavorativa, in linea con i principi della giustizia riparativa e della riforma Cartabia.
L’iniziativa è sostenuta dalla Cassa delle ammende del Ministero della Giustizia e dalla Regione Friuli Venezia Giulia, e si inserisce in un quadro più ampio di rinnovamento delle politiche penali, volto a superare la logica punitiva in favore di interventi basati su responsabilità, riconciliazione e restituzione.
Come funziona il centro Giustizia di comunità.
Il nuovo centro – attivo tre giorni a settimana nei locali di via Treppo 18 – offrirà attività di front office e back office, con percorsi di accompagnamento personalizzati. Tra le funzioni principali: facilitare l’accesso ai servizi per le persone in misura penale, creare reti comunitarie attorno al loro reinserimento e attivare percorsi di mediazione e supporto per le vittime.
Uno spazio, quindi, dove convergono esperienze e bisogni differenti ma complementari, orientato a ridurre il rischio di recidiva e rafforzare la tenuta sociale attraverso azioni condivise tra istituzioni pubbliche, terzo settore, sistema penitenziario e mondo universitario. La realizzazione dell’hub si lega ai progetti “Ripar(t)iamo” e “Inclusione, confronto, trattamento”, promossi in co-progettazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, il Comune di Udine, gli uffici giudiziari e gli enti socio-sanitari.
“Quello che stiamo facendo è uno sforzo anche culturale – ha sottolineato l’assessore regionale alla salute e politiche sociali Riccardo Riccardi – perché la società non può fare sconti, ma neanche può produrre scarti. I percorsi di vita delle persone non possono essere accantonati”.
“Siamo responsabilmente partecipi di questo ambizioso e meritevole progetto – ha dichiarato il rettore dell’Ateneo friulano Roberto Pinton – fedeli a uno dei principi guida dell’Università: essere agenti e promotori dello sviluppo del nostro territorio, con particolare attenzione all’ambito sociale”. “La Chiesa e la diocesi di Udine sono molto sensibili al tema delle persone che vivono queste esperienze temporanee di sofferenza – ha aggiunto l’arcivescovo Riccardo Lamba – e che devono essere prese in considerazione anche per un recupero umano e sociale“.