Al Pronto soccorso di Udine mancano infermieri e oss: in 26 per 65mila pazienti

L’allarme dei sindacati: al Pronto soccorso di Udine mancano infermieri e oss.

A Udine mancano infermieri e oss: e la situazione presso il pronto soccorso dell’Ospedale di Udine è sempre più grave. A lanciare l’allarme sono i sindacati Uil FPL e Nursind, mettendo in luce la necessità di interventi immediati da parte delle autorità sanitarie.

Attualmente, il pronto soccorso di Udine, che accoglie circa 65mila pazienti all’anno, dispone solamente di 26 professionisti per fornire l’assistenza necessaria. Al Cattinara a Trieste, per fare un confronto, ci sono 76 operatori per 50mila pazienti.

Le misure d’emergenza.

Per far fronte a questa situazione critica, l’azienda sanitaria locale ha adottato misure d’emergenza, tra cui la richiesta di personale da altre unità sanitarie. Tuttavia, i sindacati Uil FPL e Nursind ritengono che questo approccio sia solo una soluzione temporanea, limitata a un massimo di 30 giorni all’anno. Hanno quindi chiesto un incontro con la direzione ospedaliera per analizzare la situazione e proporre possibili soluzioni.

Afrim Casilli, segretario regionale Nursind di Udine, ha sottolineato la necessità di una ristrutturazione profonda, incentrata sulla motivazione del personale a lavorare nel pronto soccorso. “Dobbiamo riprogettare l’intera struttura, dando particolare incentivo a coloro che sono disposti a lavorare nel pronto soccorso”, ha affermato Casilli.

Giacomo Toni, segretario regionale Uil FPL, ha enfatizzato l’importanza di reclutare nuovo personale infermieristico al più presto e ha sottolineato la necessità di valorizzare chi copre i turni aggiuntivi: “Nonostante le sfide e la frammentazione del personale, questi professionisti hanno dimostrato un impegno encomiabile nel mantenere il servizio, anche se gli standard nazionali non sono stati raggiunti”.

L’azienda sanitaria.

Denis Caporale, direttore generale dei servizi socio-sanitari dell’Asufc, ha dimostrato comprensione per le preoccupazioni sollevate dai sindacati. Ha indicato che la mobilità d’emergenza non è più una soluzione adeguata e ha proposto di coinvolgere altre figure professionali nel pronto soccorso, accompagnando tale mossa con un giusto aumento di retribuzione. Questo potrebbe essere finanziato tramite i fondi di bilancio aziendale.

Una cosa, a sentire i sindacati, sembra comunque certa: la situazione critica al pronto soccorso di Udine richiede un’azione tempestiva sia da parte delle autorità sanitarie che dell’azienda ospedaliera: “L’obiettivo primario deve essere garantire un’assistenza sanitaria adeguata e di alta qualità, tutelando la salute e il benessere sia dei pazienti che del personale medico”.