La storica pasticceria Carlet chiusa da mesi: cosa è successo

La pasticceria pasticceria Carlet di Udine

La storica pasticceria udinese Carlet di Piazzale Giobatta Cella, gestita dal 2001 da Marco, uno dei figli del timoniere Alfiero, è chiusa da due mesi senza un apparente motivazione. Dal 10 gennaio infatti, i numerosi clienti che, da un giorno all’altro, avevano assistito alla chiusura repentina di uno dei punti saldi della zona, non hanno potuto fare a meno di interrogarsi in merito alle reali motivazioni di questa scelta.

“Sono consapevole che la chiusura della pasticceria abbia destabilizzato gran parte della clientela- confida Marco- soprattutto perché la nostra è una famiglia conosciuta e stimata proprio grazie alla professionalità con la quale ci siamo sempre contraddistinti”. Il marchio Carlet infatti, nasce nel lontano 1968 grazie a papa’ Alferio, che ha dato vita al panificio di Via Martignacco, tutt’ora più che operativo grazie alla supervisione del fratello Michele. Un uomo, Alferio, oggi ottantatreenne, dal grande spessore professionale e sociale, tanto da aver lasciato un segno indelebile anche grazie alla lunga militanza in veste di accompagnatore delle giovanili dell’udinese.

“Devo ringraziare infinitamente mio padre, che mi ha sempre sostenuto e aiutato, fin dagli inizi del mio percorso” come spiega Marco: “Tuttavia, dopo anni di impegno e di dedizione all’interno di un’attività che mi ha dato enormi soddisfazioni, posso dire con certezza che è arrivato il momento di tirare i remi in barca”, precisa Marco. “Negli anni, sono accadute diverse dinamiche private che mi hanno coinvolto in prima persona e che mi hanno destabilizzato anche dal punto di vista lavorativo– aggiunge Marco- nonostante dei validissimi collaboratori infatti, mi sono ritrovato sovente a dover far fronte sia alle questioni prettamente legate al lavoro in sé, sia a sbrigare tutta la parte burocratica”.

Una situazione che, via via, è diventata insostenibile, come spiega Marco “Per un lungo periodo mi sono alzato alle tre del mattino, per garantire la continuità di un prodotto sempre fresco, e mi ritrovavo ad andare a casa alle otto di sera, quando finivo di sbrigare tutta la parte fiscale– conclude Marco- ero indubbiamente orgoglioso di come procedevano le cose, ma allo stesso tempo inevitabilmente troppo stressato, tanto da sentire l’impellente bisogno di prendermi una pausa, che cesserà in data da destinarsi“ , e aggiunge “Al momento non escludo nessuna ipotesi in merito alla pasticceria, sono ad un bivio che non ha ancora trovato la strada sicura”.