UniUd in un progetto europeo sulle terapie oncologiche.
Terapie oncologiche più sicure, mirate e accessibili per i pazienti: è questa la prospettiva concreta del progetto internazionale On-Tract, iniziativa finanziata con 4,4 milioni di euro dall’Unione europea e dedicata allo sviluppo di nuove tecnologie basate sugli oligonucleotidi, brevi sequenze di DNA e RNA capaci di intervenire direttamente sui meccanismi genetici che causano tumori e infiammazioni croniche.
Nel programma è coinvolta anche l’Università di Udine, tramite un gruppo di ricerca del Dipartimento di Medicina guidato da Carlo Vascotto, docente di Biologia molecolare. L’Ateneo friulano riceverà 281 mila euro per contribuire alle attività del consorzio, che riunisce 15 partner tra università, ospedali, aziende ed enti non profit, coordinati dall’Università di Southampton.
Il progetto, intitolato “Oligonucleotide technologies for rapid advancement of cancer therapies”, punta a sviluppare terapie di nuova generazione nell’ambito della medicina personalizzata, capaci di colpire direttamente le alterazioni genetiche responsabili della malattia. Un approccio che, come evidenzia Vascotto, “non si limita a controllare i sintomi, ma agisce alla radice, offrendo una prospettiva terapeutica più efficace e duratura”.
Gli oligonucleotidi rappresentano una delle frontiere più promettenti dell’oncologia, ma presentano ancora ostacoli tecnici rilevanti: nel corpo umano tendono a degradarsi rapidamente, raggiungono con difficoltà le cellule malate e possono generare effetti collaterali.
Per questo, il team udinese lavorerà su tre direttrici principali:
– migliorare la capacità delle molecole di raggiungere in modo preciso le cellule bersaglio, evitando danni ai tessuti sani;
– sviluppare sistemi di produzione più efficienti e sostenibili, idonei anche a un futuro impiego industriale;
– testare l’efficacia delle terapie in organoidi, modelli tridimensionali che permettono di ridurre il ricorso alla sperimentazione animale.
Accanto allo sviluppo scientifico, On-Tract offrirà anche una forte ricaduta formativa: 14 dottorandi saranno coinvolti in un percorso internazionale tra università, centri clinici e imprese, contribuendo alla crescita di competenze avanzate nel campo delle biotecnologie e della medicina traslazionale.
“L’ingresso dell’Università di Udine in questo consorzio europeo – sottolinea Vascotto – conferma la qualità della nostra ricerca e rafforza il ruolo dell’Ateneo nelle reti internazionali dedicate all’innovazione biomedica. L’obiettivo è costruire una base solida di conoscenze che acceleri l’arrivo di terapie più sicure, mirate e realmente utili ai pazienti”.




