Udine, l’assessore Alessandro Ciani non ha dubbi: “Lasciamo una città più sicura”

Il bilancio sulla sicurezza a Udine.

Non ha dubbi l’assessore alla sicurezza Alessandro Ciani: “Udine è più sicura di cinque anni fa”. E se ancora tante cose sono da fare, per l’esponente della giunta Fontanini “il percorso che abbiamo intrapreso è quello giusto”.

Con le nuove elezioni alle porte, i componenti dell’esecutivo uscente tracciano un bilancio dell’operato, con le difficoltà affrontate e quelli che considerano i fiori all’occhiello della propria amministrazione. “E’ un bilancio molto positivo e sono contento dell’attività portata avanti – dice Ciani -. Guardo i cittadini a testa alta, con la convinzione di aver fatto un buon lavoro“.

Certo, non sono mancate le criticità: “Sicuramente il contesto di questi anni è stato complesso, come ad esempio con la pandemia, che è stata un’esperienza incredibile sia per la Polizia locale sia per la protezione civile, con un lavoro 7 giorni su 7, 15 ore al giorno. Una grande difficoltà è stata legata al continuo ricambio di personale: sono convinto che concorsi a livello regionale, da cui i Comuni possano attingere, sono la strada corretta da percorrere altrimenti accade che ci si “rubi” dipendenti tra enti oppure che tanti si formino nei Comuni per poi andare in Regione”.

Sembra forse un tema poco interessante per i cittadini, ma non lo è affatto per la macchina amministrativa: una delle operazioni di Ciani è stato il raddoppio delle telecamere di sorveglianza, con una gara, però, che si è prolungata molto e che ha visto succedersi tre dirigenti competenti.

“Il principale rimpianto che ho – continua infatti l’assessore -, riguarda i tempi legati agli appalti, come quello della videosorveglianza. Purtroppo la burocrazia è eccessiva e mi auguro che il Governo semplifichi le norme, altrimenti col Pnrr, che ha delle scadenze precise, c’è il rischio per tanti enti di non riuscire a spendere i soldi”.

Per l’assessore alla sicurezza di Udine, i fiori all’occhiello di questi cinque anni sono due: “Primo, il presidio di Polizia locale in via Leopardi. Se ne parlava da decenni e noi lo abbiamo fatto. Dopo 5 anni la città è più sicura: questo non significa che non si debba lavorare perché c’è un gap dal passato da recuperare. Inoltre scontiamo un contesto sociale, geografico e geopolitico delicato, con un sistema normativo per alcuni versi folle: penso ad esempio che uno spacciatore viene arrestato e il giorno dopo, spesso, è fuori; penso alle limitazioni in materia in videosorveglianza, ad esempio quello sul riconoscimento facciale e quindi c’è paradosso che lo Stato che chiede più sicurezza è esso stesso un limite alla sicurezza. Sono convinto, però, che strada intrapresa sia quella giusta“.

Il secondo fiore all’occhiello non riguarda invece il tema sicurezza, ma un altro ambito a cui Ciani è delegato: quello dell’edilizia privata. “Abbiamo trovato la soluzione ottimale ad un problema decennale: quello della ex Dormisch. Per tutto il resto della mia vita, quando passerò da lì e vedrò cosa è diventato rispetto a quello che era, penserò che è stato un risultato straordinario. Non lo dimenticherò mai“.